È un Christian De Sica che traccia un dipinto alquanto veritiero di quello che sono diventate le giovani stagioni oggi. Come dagli torto?
Christian De Sica, tra i tanti attori che costellano il panorama italiano, è di certo uno degli interpreti più amati. Tanto con le sue innumerevoli pellicole in cui recita ruoli leggeri quanto in quelli che ne caratterizzano più propriamente il periodo maturo e che sono più impegnati, lui è sempre riuscito ad ottenere il favore del pubblico.
Che per molti conta molto di più di quello della critica. Oggi Christian De Sica è un nonno felice, anche se a 73 anni sono sempre tante le cose che è possibile fare. Lui ha parlato al podcast “Passa” da BSMT curato da Gianluca Gazzoli sia del passato che del presente e di ciò che sarà.
A cominciare però dagli aspetti più controversi. Una volta era più facile fare comicità perché non ci si scandalizzava per ogni cosa e c’era una maggiore tendenza a capire che si stava scherzando. Ai giorni d’oggi invece nemmeno ci si prova, altrimenti ne nascerà un putiferio.
C’è troppo perbenismo, molte volte finto ed ipocrita. Però lo stesso De Sica è anche dell’idea che delle cose è un bene che siano sottoposte a maggiore attenzione. Come sempre, c’è bisogno del buonsenso in ogni ambito. Ma non sempre se ne fa ricorso.
Ma non è solo questo. Le diversità tra ciò che è stato e ciò che è risiedono anche in altri ambiti. Per certi versi c’erano maggiore benessere e più ottimismo, più felicità. Basti pensare a quale era la concezione delle vacanze estive, che duravano almeno un mese. Oggi invece dopo neanche una settimana si torna a casa.
Costa tutto di più, bisogna pagare per ogni cosa e tutto è diventato più frenetico. Al tempo stesso questa filosofia che è stata imposta dal consumismo e da cicliche congiunture economiche sfavorevoli ha favorito anche il sorgere di una mediocrità generale del tutto.
Cosa che si evince anche nel dilagate ricorso alla chirurgia estetica, dalla quale però sorgono risultati più esilaranti che apprezzabili. “Tanti giovani oggi sono da elogiare per il loro ottimismo, per la loro voglia di volere viaggiare.
Però si vestono proprio male, spesso tutti uguali. E mi dispiace dirlo, ma vedo spesso delle giovani, a volte anche giovanissime, che indossano microabiti, fin troppo succinti. Con delle espressioni, delle boccucce che mi lasciano basito, quasi malinconico”.
Per Christian De Sica questo rappresenta un estremo tentativo di non sentirsi soli. Di volere attirare l’attenzione per farsi notare. Riuscirci in maniera intelligente è senz’altro molto più difficile. Tempo fa Christian De Sica ha parlato della particolare situazione che riguardava suo padre, il grande Vittorio De Sica.
Padre del neorealismo nel cinema italiano di fine anni Quaranta, lui aveva due famiglie. E gestiva la cosa con una naturalezza ed una profusione di energie che mai nessun altro avrebbe potuto mostrare. Addirittura lui conobbe la sua sorellastra al funerale del papà.
Inoltre è imparentato con Carlo Verdone, con cui ha frequentato la scuola e di cui ha sposato la sorella. Ed il fratello di sua madre, l’attrice spagnola Maria Mercader, fu l’assassino dell’anti staliniano Lev Trockij. Per quello che fu uno dei più importanti eventi storici del XX secolo.
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