La cosa è assolutamente vera e lo conferma un apposito studio, ma c’è anche un dettaglio che spiazza gli appassionati di musica.
Ci avete fatto caso? Anche chi non ha l’orecchio allenato potrebbe avere notato che le melodie di oggi sono assai più semplici rispetto a quelle degli anni passati. Ed in effetti è proprio così. In realtà però questo discorso affonda le sue radici sin dalla metà degli anni Settanta.
Oggigiorno si potrebbe pensare al fatto che le melodie delle canzoni abbiano subito un processo di forte semplificazione grazie alle attuali possibilità fornite da diversi ritrovati tecnologici. Ci sono più possibilità di fare musica, concepite anche per favorire la massa in ciò.
E si può realizzare musica anche con il computer, o addirittura solo con il computer, utilizzando alcuni software appositi. Per non parlare poi dell’autotune, che è uno strumento del quale fin in troppi hanno finito con l’abusare, il più delle volte poi sfruttandolo molto male e con un effetto di distorsione della voce ai limiti del fastidioso.
Di recente proprio questo hanno affermato Elio e le Storie Tese in una loro recente intervista. La musica oggi è praticamente uno scherzo in confronto a quella dei tempi della loro gioventù. Hanno inciso però anche il sorgere di nuovi generi musicali, ed in questo senso il discorso sulla semplificazione della musica coinvolge quanto accaduto cinquanta anni fa.
La musica di oggi è più semplificata, ma vale anche dal 1975 in poi
Con la discomusic, il rock arena, la hip hop ed infine quella digitale, c’è stato un processo di facilitazione reso evidente da un apposito studio della britannica Queen Mary University di Londra. Studio che ha anche trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore “Scientific Reports”.
Esaminando i cinque brani più ascoltati dell’anno negli Stati Uniti nel vasto periodo di tempo che va dal 1950 al 2022, è emerso come arrangiamenti e ritmi siano diventati meno complessi. Di contro è aumentato il numero di note suonate al secondo, con i punti di maggiore rottura indicati negli anni 1975, 1996 e 2000.
Per l’appunto però, è venuto fuori un altro dettaglio di rilievo e che non è da trascurare. Ovvero il già citato numero di note emesse al secondo.
È in questo modo che si compensa alla effettiva semplificazione del fare musica. Inoltre anche la aumentata scelta degli strumenti (ora esistono anche quelli digitali) può fare la differenza in ciò, con la scelta di volersi concentrare più sulla qualità del suono che su quello melodico.