Il giovane cantautore italiano Mirkoeilcane, in occasione dell’uscita del suo nuovo disco, si schiera contro l’attuale musica contemporanea
A breve uscirà il nuovo disco di Mirkoeilcane, cantautore romano che, per via della nuova uscita, ha iniziato a mandare qualche piccola frecciatina ai suoi colleghi contemporanei. Nel disco, saranno presenti però anche omaggi e citazioni, soprattutto dell’epoca musicale che il giovane preferisce. Il grande secolo dei cantautori italiani. Nel suo cuore un posto particolare è però dedicato al grande Franco Battiato. Il disco che uscirà a breve su tutte le piattaforme è noto con il nome di “La musica contemporanea mi butta giù”, insomma, non si può certo dire che la tocchi piano.
Al pubblico, Mirkoeilcane, ha definito il disco come un omaggio al Maestro, riferendosi quindi proprio a Franco Battito. Ma come mai questa poco velata frecciatina al contemporaneo? Il ragazzo è dell’idea che la musica non debba solo avere uno scopo monetario. Ovviamente se non fosse capace di monetizzare la musica contemporanea sarebbe musica fine a sé stessa, semplici canzoni che la gente si canta da sola in una stanzetta buia mentre sogna il mondo. anche Mirkoeilcane ovviamente tende in un modo o in un altro a monetizzare.
Altrimenti la sua musica non verrebbe conosciuta come non verrebbe conosciuta quella di altri. La critica che muove il giovane è un’altra. La musica contemporanea a parer suo sta perdendo la sua voce, il suo scopo artistico. La sua importanza. Si starebbe lasciando traviare da denaro e vizzi. “La musica deve raccontare qualcosa”, queste sono le parole recenti di Mirkoeilcane. È consapevole della sua ideologia impopolare, ammette senza troppe ansie il fatto che un disco come il suo, avrà molte probabilità di passare sotto silenzio.
Spera che in futuro però le cose possano cambiare e che la musica torni un giorno a parlare come faceva una volta. A parer suo, un giorno la gente tornerà a cercare altro nella loro musica. E forse, sempre secondo questo suo sogno, la gente, smetterà di apprezzare la “musica da centro commerciale”. Insomma, il giovane non ha particolarmente in simpatia l’epoca in cui è costretto a vivere. In molti la chiamerebbero sindrome dell’età dell’oro, ma forse il suo ragionamento un filo di senso lo ha.
Certo, mettere tutta la discografia contemporanea al macero però, potrebbe non risultare il più felice dei compromessi. In fondo anche se molte canzoni oggi tendono ad avere un forte scopo commerciale, molto sono rimaste sulle ideologie di un passato che in migliaia hanno amato. E comunque, il mondo continua, dovremmo accettare anche queste differenze per poter vivere felici.
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