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Blues Brothers – In missione per conto di Dio

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Redazione

I Blues Brothers sono una band cult per tutti gli appassionati del rock ‘n’ roll. La loro storia è legata indissolubilmente a quella dell’omonimo film che vede come protagonisti John Belushi e Dan Aykroyd.
Era il 1979. L’idea di raccontare la storia della band fu raccolta dalla Universal e la regia fu affidata a John Landis, che aveva già girato Animal House.
La pellicola uscì nel giugno del 1980. I primi risultati furono un flop nelle sale americane, secondo Aykroyd a causa di un problema di razzismo. In poco tempo, però, si formò un culto intorno alla pellicola e gli incassi europei del film The Blues Brothers fecero schizzare anche quelli americani.
Il film diventò un classico intramontabile e i Blues Brothers entrarono nella legenda.

La Band

John Belushi e Dan Aykroyd si incrociarono per la prima volta a Toronto nel 1973 quando Aykroyd aveva 20 anni e Belushi 24 anni. Entrarono in contatto grazie ad amicizie in comune che usavano spostarsi da Toronto a Chicago. Al tempo Belushi era un cultore del rock degli anni Settanta, Aykroyd era focalizzato completamente sul blues.

Il loro sodalizio artistico prese vita al Saturday Night Live grazie all’intuizione di Howard Shore che propose l’idea di formare i Blues Brothers. Il cast del programma SNL e molti altri ospiti erano soliti frequentare l’Holland Tunnel Blues bar. È li che nacque l’idea per il film e dove si incontrano alcuni musicisti che successivamente faranno parte della band. Citiamo Lou Marini (sax), Tom Malone (tromba e sax), Alan Rubin (tromba), Steve Cropper e Matt Murphy (chitarra), Donald Dunn (basso), Murphy Dunne (tastiere) e Willie Hall (batteria).

Il primo album dei Blues Brothers fu ‘Briefcase Full of Blues’, uscito 1978, e che subito ottenne un enorme successo, vincendo, tra l’altro due dischi di platino. Ma fu il secondo album della band di Chicago a trascinarla nell’olimpo dei gruppi cult. The Blues Brothers: Original Soundtrack Recording.
Uscito nel 1980, al suo interno troviamo i brani che compongono la colonna sonora del film che vede come protagonisti John Belushi e Dan Aykroyd. Impreziosito dai featuring di James Brown e Aretha Franklin, quest’album è la rappresentazione della società e della musica americana. Al suo interno troviamo i classici del blues, del country, del rock e del soul.

A questi due album seguirono altrettanti tour, la band si dimostrò una macchina perfetta in grado di sostenere l’estro artistico di Belushi e Aykroyd. Alla fine del 1980 venne pubblicato Made in America a cui seguì un Best Of nel 1981, che fu l’ultimo album con Jake Blues, ovvero John Belushi, alla voce. Morì un anno dopo a causa di un overdose.

Senza Aykroyd e Belushi, i Blues Brothers registrarono e pubblicarono altri due album:
Live in Montreux nel 1990 e Red, White & Blues nel 1992.

I migliori successi dei Blues Brothers

Everybody Needs Somebody To Love

“Everybody Needs Somebody To Love” è una canzone scritta da Bert Berns, Jerry Wexler e Solomon Burke del 1964 che è stata oggetto di tante cover tra cui anche quella dei Rolling Stones. Ma l’interpretazione dei Blues Brothers è stata giudicata tra le 500 migliori canzoni mai create nella storia dalla rivista Rolling Stone.

Sweet Home Chicago

È diventata una delle canzoni più popolari blues su Chicago. Una breve parte del brano è stata interpretata dall’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel 2012 alla Casa Bianca

Soul Man

Suonata sul palco del Saturday Night Live show, Soul Man è il brano da cui partorisce l’idea dei Blues Brothers come band che reinterpreta i classici del soul e del blues.

Blues Brothers, alcune curiosità

  1. Dan Aykroyd salvò da uno strangolamento Carrie Fisher (attrice in The Blues Brothers) durante le riprese del film, applicandole la manovra di Heimlich. Si fidanzarono qualche giorno dopo.
  2. Prima di girare la scena del concerto finale, John Belushi pensò bene di farsi prestare uno skate da un ragazzino, cadendo pochi metri dopo e rompendosi un polso. Fu richiamato il miglior specialista di Chicago dal weekend del Ringraziamento per permettere a Belushi di continuare le riprese.
  3. Dopo il successo della band e del film, la Ray-Ban vendette circa 18.000 occhiali da sole, toccando il picco di vendite e diventando un cult per le generazioni successive.
Redazione

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