Dal concerto di apertura di San Siro alla conquista dell’Alcatraz: le Bambole di Pezza fanno tremare il palco di 25 novembre.
Le Bambole di Pezza conquistano un palco prestigioso e di grande valore musicale milanese: l’Alcatraz. Dopo il rinnovo della band, le Bambole di Pezza tornano a far tramare i palchi d’Italia, da Villa Ada a San Siro, fino all’Alcatraz. Dirty, il nuovo album, porta di nuovo in vetta la band che non vedeva questi numeri dal 2002 con il singolo “Le Streghe” che, oggi, rimane ancora un successo indiscusso del punk. Ma far tremare un palco prestigioso come l’Alcatraz e arrivare al milione di ascolti del singolo “Favole” non basta alla band. Il gruppo, infatti, ha deciso di salire sul palco di 25 novembre, costruendo uno spettacolo unico per la giornata contro la violenza sulle donne.
“Fiducia piena di chi diceva di amarmi ma non lo dimostrava”
Il concerto ha avuto una doppia velocità che ha caratterizzato il viaggio musicale e ciò che era stato costruito per l’evento. Momento di dialogo, dove tutta Milano si fermava ad ascoltare e veloci pezzi delle Bambole di Pezza che hanno fatto tremare tutto l’Alcatraz. Grandi ospiti sono stati parte della meraviglia di questo concerto, tra cui il cantante dei Finley, Pedro, il bassista dei Punkreas, Paletta, la cantante dei Ros, Camilla Giannelli ed il rapper Klausnoir. Insieme a loro ha partecipato la scrittrice, attivista femminista Irene Facheris. Ed, infine, in apertura, Gorgieness.
Un pezzo dietro l’altro che hanno divorato l’attenzione dei fan che, fra un pogo e un salto ritmato, hanno seguito ogni pezzo, nello stupore che solo le Bambole di Pezza sono in grado di creare. Un’energia che sul palco si tramuta in uno spettacolo unico, in grado di superare i loro stessi pezzi registrati. Il coinvolgimento del pubblico, lo spazio che usano sul palco ed il modo “punk” con cui giocano con gli strumenti, senza diventare mai troppo. Uno spettacolo che regala sempre grandi emozioni, dal festival rock di Blera, in provincia di Viterbo, fino all’Alcatraz di Milano. Saper tenere il palco non è cosa semplice; facilmente si viene risucchiati dal valore del palco stesso, ma le Bambole di Pezza hanno dimostrato, di nuovo, che loro non sanno semplicemente tenere il palco perché il palco diventa il loro durante il concerto.
“Mio padre diceva: dove esci la sera che la strada è pericolosa”
Il palco è il loro ed il concerto all’Alcatraz era il loro, quindi hanno deciso di costruirlo nel modo più giusto per il 25 novembre. Le due velocità che hanno caratterizzato il concerto hanno permesso di trattare nel modo più consono questa importante data. Il Il palco, infatti, ha aperto le danze con Enzo Onorato e Jessica Testa che hanno presentato un progetto di grande valore: Lady Day.
Progetto fondato dalla casa discografica dello stesso Enzo Onorato, Lilium Produzioni nel 2013. L’obiettivo è duplice; accompagna gli artisti in una sensibilizzazione artistica continua, a livello culturale che lo stesso Onorato spiega sul palco “sensibilizziamo alla musica, all’arte, alla cultura. In Italia manca questo, se non c’è la possibilità di avere una crescita a livello sociale e culturale, ci sarà sempre il violento, una persona che farà un gesto brutto, nei confronti delle donne ma nei confronti di chiunque“.
“Di chi mi consola dopo avermi stretto la gola”
Ma insieme alla sensibilizzazione, il progetto Lady Day, si cala sul quotidiano, offrendo borse di lavoro attraverso le quali si contribuisce alla creazione di percorsi di reinserimento lavorativo per le donne vittime di violenza. Una raccolta fondi già rodata che ha permesso ad una donna di Bologna di riprendere in mano la sua vita con uno lavoro. Un progetto che, grazie alle donazioni e la sensibilizzazione svolta attraverso i concerti, ha permesso il raggiungimento di questo obiettivo con un Centro Anti Violenza di Bologna. Con il concerto all’Alcatraz si sono raccolti i fondi per una nuova borsa lavoro per un Centro Anti Violenza del Trentino.
Questo il concerto è stato, una grande attenzione alla musica e al suo valore comunicativo, essenziale nel raccontare questo 25 novembre. Seguita l’esposizione di Enzo Onorato e Jessica Testa, Gorgieness ha aperto il concerto delle Bambole di Pezza, stupendo tutti. La sua figura minuta non è stata coerente con la sua energia che ha catturato l’interesse di tutti. Messaggi di valore sul femminismo intersezionale, la lotta per il popolo palestinese e la mascolinità tossica. Ultimo tema espresso con l’arrivo sul palco de Le Indrigo.
“Dammi la sciarpe che così mi nascondo”
Da qui il concerto si apre con un ultimo richiamo al progetto Lady Day, fino all’arrivo delle Bambole di Pezza che partono subito, senza pensarci troppo. “Poche chiacchiere“, come se si volesse lasciar parlare gli altri e loro svolgessero un altro ruolo: quello di cantare quei pensieri. Così si sono susseguiti i brani velocemente, in un ritmo cadenzato, con gli ospiti che si sono presentati sul palco per una canzone, colorando ancora di più i pezzi. Speciale la presenza di Pedro dei Finley che a richiamato l’attenzione di tutti i nati anni ’90, come la presenza del rapper Klausnoir che ha spezzato la sonorità delle Bambole, incastrandosi come una pietra preziosa in una corona.
Ma la presenza, sicuramente, di maggiore impatto, data anche il peso del concerto e la data, è stata l’attivista femminista Irene Facheris. Presentata sul palco, ha richiamato l’attenzione della platea fermando il ritmo cadenzato dei pezzi per riportare un pensiero della lotta femminista.
“Voglio solo nuovamente della forza nelle mie gambe”
“La cosa più inutile che si possa dire agli uomini per sensibilizzare sulla la violenza contro le donne, è esattamente quello che diciamo tutte le volte: pensa se fosse tua sorella, se fosse tua madre, tua figlia, tua amica, la tua fidanzata. È la cosa più inutile che possiamo dire perché gli uomini che ascoltano realmente questi discorsi non hanno bisogno di pensare di avere un legame di parentela con una donna per rispettarla […]. Allora questa sera vorrei dirvi una cosa opposta, pensando a chi ammazza una donna, a chi la stupra, a chi la molesta, vorrei dirgli <pensa se fosse tuo fratello, pensa se fosse un tuo amico>, perché la verità è che ogni femminicida, ogni stupratore, ogni molestatore è un amico di qualcuno o è l’amico dell’amico di qualcuno. E questi uomini che hanno atteggiamenti violenti verso le donne vi assicuro che non ascoltano me, loro o noi. Se c’è una possibilità che questi uomini ascoltino questo messaggio è che gli arrivi attraverso un altro uomo. Quando diciamo tutti gli uomini, intendiamo questo, tutti gli uomini hanno lo straordinario privilegio di potersi far ascoltare da un altro uomo, questo è il vostro potere, qui sta la vostra responsabilità. Lo so che è difficile, so che ci saranno questa sera moltissimi di voi che diranno <lo so, l’ho capito che dovrei parlare, lo so che ho questo potere, ma rimane la domanda, come? […]>. Allora se avete queste domande parliamone insieme. Questo è un problema sistemico, la soluzione non potrà che essere collettiva. Per troppo tempo noi donne siamo state lasciate sole a combattere questa battaglia. […].”
“Ma sto nuovamente camminando per la mia causa”
Un discorso di grande valore che ha seguito il brano per eccellenza delle Bambole di Pezza contro la violenza sulle donne: Non Sei Sola. Un canto, un grido di rabbia che si è espresso con un cartello che hanno esposto durante l’esibizione, con su scritto “sorella io ti credo“.
Un concerto unico, un’esperienza che solo le Bambole di Pezza sono in grado di regalare a chi decide di andarle a sentire suonare. Coinvolgente e appassionante, come ogni loro evento, dai piccoli palchi a quelli importanti. L’Alcatraz, non dimenticherà facilmente un concerto di questo livello, musicale e sociale.