Riparte la serie di verità Amore Criminale: nella puntata del 16 novembre, il femminicidio di Aurelia Laurenti, che fa oggi il suo assassino.
Aurelia Laurenti venne uccisa non un giorno a caso, ma proprio il 25 novembre, data in cui in tutto il mondo si commemora la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Era il 2020 e da allora sono passati tre anni, tant’è che quel femminicidio si è “perso” nei troppi episodi gravissimi di violenza contro le donne che si sono succeduti in questi terribili mesi.
Donne uccise in maniera barbare e spesso solo – purtroppo – equiparate a dei terribili dati statistici: Aurelia Laurenti rientra in questa triste categoria, purtroppo. A ricordarne la sua storia – come spiega un comunicato della Rai – è la trasmissione “Amore Criminale”, condotta da Emma D’Aquino su Raitre, nella puntata del 16 novembre, ovvero a pochi giorni dal terzo anniversario del femminicidio della donna.
Il tremendo fatto di sangue è avvenuto a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone: quel giorno di tre anni fa, Aurelia fu vittima di un brutale assassinio perpetrato dal suo compagno Giuseppe Forciniti. L’uomo, un infermiere di 35 anni, dunque di tre anni più grande di lei, la colpì più volte a coltellate, davanti agli occhi del figlio di tre anni della vittima, mentre l’altro figlio di 8 anni dormiva nell’altra stanza.
Giuseppe Forciniti, che era stato condannato a 24 anni di reclusione in primo grado, per aver ucciso con una ferocia inaudita la compagna con 19 coltellate, si trova in carcere. Nel processo, spiegò di essere stato aggredito dalla donna, di averla colpita una sola volta e di non ricordare più niente. Secondo chi conosceva la coppia, Aurelia aveva scoperto i suoi tradimenti.
In Appello prima e in Cassazione poi, la pena era stata ridotta a 22 anni, perché vi sarebbe stato il ravvedimento e perché l’uomo – nonostante non sia in buone condizioni economiche – si è impegnato nel mantenimento dei due figli avuto con Aurelia.
Figli che oggi vivono con i nonni materni, i quali un anno fa – in occasione del secondo tragico anniversario della morte di Aurelia Laurenti – denunciavano di sentirsi abbandonati dallo Stato e spiegavano di avere ottenuto un riconoscimento minimo per potersi occupare dei nipoti, ma che invece dall’ormai ex genero non hanno ottenuto mai nulla, viste appunto le condizioni in cui si trova.
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