Barbie alla fine è il grande escluso degli Oscar; 9 le candidature per le statuette più ambite della tv, ma è stato snobbato in due categorie importantissime.
Gli Oscar non sono Oscar se non portano con sé qualche polemica. Più volte l’Academy è stata tacciata di essere razzista: poche nomination ad attori di altre etnie che comunque in ogni caso non vincevano, stesso discorso per registi, sceneggiatori e così via. Ci ha messo un po’ per togliersi di dosso questo macchia arrivando alla decisione di imporre alcune nuove regole per l’ottenimento delle nomination che sanno tanto di politically correct e forzatura.
Un discorso simile lo si è sempre fatto per la discriminazione femminile, un caso che si ripresenta anche quest’anno. Le nomination sono filate lisce, nel senso che i nomi comparsi nelle varie categorie sono quelli che ci si aspettava eppure la polemica è scoppiata. Inevitabilmente ci viene da dire.
Forse dall’Academy speravano che tutto passasse inosservato grazie alla candidatura, nella categoria migliore attrice protagonista, di Lily Gladstone prima attrice nativa americana ad ottenere una candidatura, e invece peccato per loro ma tutto il mondo ha notato come Barbie sia stato snobbato in due categorie importantissime, di cui una era data per favorito.
Barbie è stato un film che ha fatto parlare di sé fin dal primo momento. Se nell’immaginario collettivo la bambola della Mattel è sempre stata sinonimo di perfezione anche estrema e consumismo, l’obiettivo di Greta Gerwing -che ha scritto la sceneggiatura e diretto la regia- era quello di uscire dagli schemi e presentare questo personaggio e il suo mondo come estremamente femminista.
Un obiettivo raggiunto, per altro. Fin dalle prime batture, buona parte critica stessa lo ha apprezzato con qualcuno che è arrivato a definirlo come “il blockbuster più sovversivo uscito finora“. Il monologo femminista di America Ferrera è già leggenda. Il pubblico lo ha apprezzato, di fatto diventando il film più visto dell’anno è quello che ha incassato di più al botteghino.
Eppure nonostante tutto, Greta Gerwing è fuori dalla corsa alla miglior regia, mentre Margot Robbie è stata snobbata dalla categoria migliore attrice protagonista. Entra però Ken alias Ryan Gosling nella categoria migliore attore non protagonista, un grande controsenso visto che nel film il mondo che si racconta è una ribalta del nostro.
Ma allora perché proprio le donne sono state tagliate fuori? Forse si è avuto paura di osare. Margot Robbie era sicuramente tra le favoritissime alla vittoria e paradossalmente far vincere Barbie, magari anche alla regia, avrebbe significato ammettere che quel film satirico dica più verità di quanto si riesca ad accettare, ancora.
Prima criticato per aver accettato il ruolo di Ken e poi elogiato perché nato per questo ruolo, Ryan Gosling è stato anche il primo a commentare quanto successo. Mentre le due interessate hanno preferito l’eleganza del non commentare, l’attore ha invece deciso di rilasciare una dichiarazione quanto mai esplicita.
Il canadese si dice onorato di aver ricevuto la nomination, ma anche incredibilmente deluso dall’esclusione della collega e regista. “Perché non ci sarebbe Ken senza Barbie. Non ci sarebbe un film di Barbie senza Greta, loro sono le più grandi artefici di questo successo. Sono, quindi deluso dalla loro esclusione nelle rispettive categoria.”
Un commento simile è stato rilasciato anche da America Ferrera, anche lei nominato come best supportig actress, secondo la quale Greta e Margot hanno fatto tutto quello che dovevano per ottenere la nomination e la loro assenza è inspiegabile.
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