Califano, le critiche al film travolgono la produzione. Cosa guardare davvero oltre il parere degli spettatori
Il film “Califano”, andato in onda su Rai 1 con l’interpretazione di Leo Gassman, al suo debutto da attore, è stato ampiamente visto dal pubblico televisivo ma ha incassato anche molte critiche. La pellicola diretta da Alessandro Angelini e tratto dal libro “Senza manette” di Franco Califano e Pierluigi Diaco, non ha fatto altro che raccontare la vita di uno dei personaggi più noti, amati ma anche controversi della musica italiana, Franco Califano appunto.
Gli attacchi non sono stati mossi verso il giovane Gassman, figlio di Alessandro e nipote di Vittorio, che in questo lavoro oltre alla sua voce ha mostrato anche la bravura scenica, ma verso la sceneggiatura che per molti è apparsa confusionaria, veloce e anche frammentata. L’accusa più aspra è stata quella di essere manchevole di alcuni momenti importanti della vita del Califfo come le relazioni avute, ad esempio, con Marina Occhiena e Patrizia De Blank. Ma siamo sicuri che sia questo il punto dal quale guardare?
Oggi le critiche vengono mosse con una facilità inaudita, soprattutto sui social, come se tutti, nel nostro piccolo, all’occasione, fossimo critici di arte, musicali e cinematografici. A leggere alcuni commenti apparsi all’indomani della messa in onda della pellicola sul Califfo, pare di trovarsi di fronte ad un disastro totale.
Innanzitutto, va detto che si tratta di un film per la tv e dunque è normale che i tempi siano contenuti, motivo che ha imposto un preciso punto di vista nel quale inquadrare la storia personale e artistica del cantante con dei tagli dovuti. Quello che il regista ha fatto, però, e che pare che non sia stato per nulla compreso, è quella di non seguire una linearità spazio-tempo ma di descrivere e farci conoscere la figura del Califfo nella sua umanità.
È per questo che sono state usati dei quadri e dei momenti della sua vita per farcelo conoscere come uomo e professionista: dal ragazzo borghese molto legato agli amici, all’amore per le donne e per la musica ma anche l’uomo che sentiva il bisogno di scrivere per placare i moti dell’anima.
Il film su Califano non ha voluto raccontare il personaggio che forse tramite la tv era stato già ampiamente conosciuto, ma la persona. Ha voluto omaggiare Franco, artista talentuoso, professionista di alto calibro e uomo non sempre perfetto, certo, che ha ceduto agli accessi della vita, finendo anche in carcere, ma consapevole dei propri errori, pronto a rimettersi in gioco per portare avanti la sua sete di libertà. Nonostante gli alti e bassi, Califano ha regalato all’Italia tanti capolavori artistici rendendoli iconici ed inimitabili grazie al suo tocco e ai suoi sentimenti.
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