“Che tempo che fa”, la letterina di Luciana Littizzetto toglie il fiato ai presenti: il monologo in cui la comica fa arrivare le proprie scuse a loro.
A “Che tempo che fa”, nel corso dell’appuntamento di domenica 28 aprile, spazio alla festa della Liberazione. La giornata in cui, da ben 79 anni, l’Italia celebra la caduta del regime nazifascista. E che però, da qualche anno a questa parte, sembrerebbe diventata una ricorrenza divisiva.
L’ultima testimonianza in materia è quella che ha come protagonista lo scrittore Antonio Scurati. Il quale, invitato a tenere un monologo nella trasmissione “Chesarà…” di Serena Bortone, si è visto ritrattare l’invito da un momento all’altro. E con annesse polemiche che hanno chiamato in causa persino il capo del governo Giorgia Meloni.
Nella trasmissione in onda su Discovery, l’intellettuale ha potuto chiarire una volta per tutte le proprie posizioni in materia. L’intervista a Scurati, tra l’altro, è stata seguita anche da una “letterina” a tema proposta da Luciana Littizzetto stessa.
La comica, nel suo monologo, si è rivolta direttamente a coloro che, spesso a costo della vita, hanno contribuito alla fine della dittatura fascista. E con parole che non hanno potuto far a meno di togliere il fiato ai presenti.
Ai partigiani che negli anni, ’43-’45, hanno contribuito alla demolizione del regime fascista. A tutti coloro che, a prescindere da etnia, religione, colore della pelle o paese di provenienza, si sono uniti sotto un’unica bandiera: quella del “no” alla dittatura. È a questa schiera sterminata di persone che Luciana Littizzetto ha voluto indirizzare la sua immancabile letterina. Ed anche delle scuse pubbliche.
“Mi scuso con voi, perché chi ci governa e giura sulla Costituzione, poi, fa difficoltà a pronunciare la parola ‘liberazione’ – ha esordito, senza risparmiarsi affatto, la collega di Fabio Fazio -. Non si capisce se debbano andare dal logopedista, o se debbano studiare da capo la storia“.
Sferzanti e implacabili, le parole con cui la comica ha puntato il dito contro la – terribilmente – folta classe politica che, sul 25 aprile, parrebbe essersi formata un pensiero che nulla c’entra con le origini della festa. E nei confronti della quale Littizzetto si è scagliata senza esclusione di colpi. Il pubblico, nel mentre, la ascoltava in silenzio. Un silenzio che, in realtà, è valso più di mille parole.
Non ha mostrato il benché minimo cenno di tentennamento, Luciana Littizzetto, quando si è trattato di rincarare la dose: “La liberazione è gridare insieme il nostro grazie a tutti coloro che hanno lottato per la libertà. Ebrei e cristiani, socialisti e liberali, di destra e di sinistra“.
Nessun dubbio, in sostanza, su come dovrebbe essere interpretata e celebrata da tutti la giornata del 25 aprile. Anche se una larga fetta della classe politica, ha tenuto a rimarcare la comica, non sarebbe ancora scesa a patti con questa ricorrenza. “Preferirebbero – ha stigmatizzato la collega di Fazio – che sul calendario vi fosse un altro 24 aprile“.
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