La nuova serie della Rai conquista il pubblico e la critica. Edoardo Leo il protagonista taciturno, ha raccontato a chi si è ispirato per il suo personaggio.
Il Clandestino funziona. La nuova serie Rai con protagonista Edoardo Leo nei panni del tormentano ex ispettore Luca Travaglia è un altro buon prodotto che la tv di Stato presenta in una stagione fatta fino ad ora di grandi successi.
La serie -diretta da Rolando Ravello il cui curriculum cinematografico davanti è dietro la macchina da presa parla per lui- mescola due dei generi da sempre più amati, il poliziesco con tratti di noir e il comico. Un po’ come faceva tempo Il Commissario Manara, fiction in due stagioni sempre della Rai, ma con protagonisti completamente differenti. Il risultato comunque è uno solo: la serie funziona e piace.
La Milano multietnica e di periferia di cui si parla non cade nei soliti cliché; il duo ex ispettore tormentato e il meccanico cingalese esuberante e sui generis, ha già conquistato diventando già una delle combo più belle viste negli ultimi tempi; e infine la parte tecnica, con audio e luci tendenzialmente bassi a rimarcare ancora di più il tormento del protagonista. Insomma una serie pensata e prodotta bene, tant’è che per le prime due puntate andate in onda dall’8 Aprile, Il Clandestino è stato ampiamente premiato dal pubblico televisivo portandosi a casa la sfida con L’isola dei Famosi.
Un personaggio che ad Edoardo Leo piace e che in più occasioni ha avuto modo di raccontare come è riuscito a costruirlo.
Edoardo Leo e la tradizione dei burberi per la creazione di Luca Travaglia
Luca Travaglia, l’ex ispettore dell’antiterrorismo protagonista della serie, è un personaggio complesso e questa è una cosa messa in chiaro con il pubblico fin dalle prime battute. Battute che per altro sono poche per un personaggio principale. Da persona tormentata, Luca sa osservare ma parla poco, molto poco: “È strano per un protagonista -ammette Leo- ma abbiamo lavorato sul rapporto con gli altri personaggi“.
La scrittura della serie rivela che l’investigatore è un burbero diventato tale perché alcuni episodi del passato lo hanno reso così. Un personaggio che Edoardo Leo ha costruito ispirandosi un po’ di qua e un po’ di là, del resto come lui stesso ammette c’è nel cinema una lunga tradizione di burberi da cui prendere spunto. Tra cui sì, anche Clint Eastwood, forse il burbero per antonomasia, ma comunque non l’unico e di certo non quello che definisce il protagonista: “Luca ha una forza tutta sua -sottolinea l’attore romano- e bisognava fidarsi soprattutto della scrittura per costruire la biografia di questo personaggio“.