Da parte di Fabio Fazio c’è un paragone tra la sua nuova vita a Warner e quel che è stato sulla Televisione di Stato, ora c’è più libertà.
Fabio Fazio sta facendo molto bene con il suo storico “Che tempo che fa” anche dopo il trasloco dalla Rai a Warner. Su NOVE la domenica sera continua ad essere un appuntamento gradito a molti telespettatori. In diverse occasioni gli ascolti sono quasi gli stessi del 2022/2023.
Da questo autunno Fabio Fazio ha cambiato rete, portando con sé l’intero format con anche il cast in blocco. Sembrava potesse essere una scommessa azzardata, ed invece picchi da quasi due milioni e mezzo di ascolti continuano ad esserci.
E c’è di più: il conduttore televisivo di Savona sente molte meno pressioni e molta, molta più libertà. Per lui che ha quasi sempre lavorato nella Televisione di Stato sul piccolo schermo, respirare aria nuova ha rappresentato un toccasana.
E non usa termini, Fabio Fazio, nel corso della sua intervista concessa a Sette per il Corriere della Sera, che a Warner non avverte il peso della politica. Mai come adesso gli è capitato di sentire la totale assenza di limitazioni. “Sostanzialmente è sempre stato così pure alla Rai, ma adesso mi sento libero come non mai”.
Fabio Fazio, in Rai il clima era più pesante
In diversi ricorderanno le critiche ricevute da esponenti politici in passato, Matteo Salvini della Lega su tutti. E Fazio non fa nomi ma conferma come a Warner e su NOVE lui non avverta affatto la cosa.
Lì non c’è alcun controllo dei politici e tutto quello che viene concepito e trasmesso è volto solo al raggiungimento della massima qualità possibile. Sono queste le condizioni ideali per potere lavorare con serenità.
E fa specie sentire queste parole, perché tutto ciò porta a riflettere su quanto fatto da altri soggetti in passato. E su quanto probabilmente ancora tendono a fare adesso con altri programmi che fanno parte della Televisione pubblica.
Ad ogni cambio di governo cambiano i responsabili di rete, i membri delle commissioni di garanzia e simili. Con inevitabili voci in capitolo che vanno a pungere chi studia e mette il proprio volto nella realizzazione dei vari programmi.
Gli esempi più eclatanti sono quelli che videro la esautorazione dei vari Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro con il famoso “editto bulgaro” del 2021 da parte di Silvio Berlusconi (che “coccolava” Cristina D’Avena e che di recente è stato ricordato con affetto dalla sua giovane compagna, Marta Fascina).
E prima di loro c’era stato il personaggio di Gianfranco Funari, uno che non aveva bandiera politica. E che per questo era stato messo da parte dai principali soggetti televisivi del tempo.
Fazio non è mai stato ostacolato ma alcuni esponenti politici di primo piano lo hanno criticato solo perché non era piaciuto loro quello che si era detto nei suoi programmi. E questa è una cosa che un politico non dovrebbe fare mai.