Alcuni film restano indelebili nella memoria collettiva, non solo per la loro bellezza, ma per il contenuto morboso: le pellicole che hanno fatto scalpore negli anni ’80.
Ci sono alcuni film che hanno segnato un’epoca, film belli ma che, allo stesso tempo, hanno scioccato il pubblico, entrando nella memoria collettiva. Va detto che una volta era più semplice fare scalpore, i ragazzi erano più innocenti. Oggi è tutto diverso, internet e i social hanno sdoganato qualsiasi argomento, e hanno abituato il pubblico a di tutto e di più.
Ad esempio, ci sono film che negli anni ’80 hanno davvero colpito gli spettatori per via della loro morbosità e follia. Uno di questi è sicuramente “Schegge di follia”, un thriller collegiale che racconta dell’infatuazione e della morbosità di due studenti, uno interpretato da Winona Ryder e l’altro da Christian Slater, grandissimo attore che in gioventù ha recitato in diversi film di culto.
Alcuni film che hanno fatto scalpore negli anni ’80: tutte pellicole di culto per veri appassionati
Christian Slater, dopo gli anni d’oro, è stato sempre sottovalutato come attore, e oggi si è accontentato di fare ruoli televisivi o di prendere parte in film meno conosciuti. Tra le pellicole a cui ha preso parte ricordiamo “Il nome della rosa”, “Il piccolo grande mago dei videogames”, “Young Guns II”, “Ron Hood – Principe dei ladri”, “Intervista col vampiro”, “L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz”, “Cose molto cattive” e “Nome in codice: Broken Arrow”.
Insieme alla brava e bella Winona Ryder (“Beetlejuice”, “Edward mani di forbice”, “Dracula di Bram Stoker”, “La casa degli spiriti”, “Piccole donne”, “Ragazze interrotte”, “Autumn in New York”, “Il cigno nero”, fino alla serie tv “Stranger things”), ha preso parte a questo film del 1988, diretto da Michael Lehmann. Il film sfrutta la violenza per mostrare le ansie associate all’adolescenza.
Al botteghino è un insuccesso clamoroso, ma diventa un piccolo cult da videocassetta, cambiando per sempre il volto del teen movies. Altro film scandaloso è “L’ultima tentazione di Cristo”, di Martin Scorsese e tratto dall’omonimo romanzo di Nìkos Kazantzàkis, il quale racconta la vita di Cristo. Il protagonista è il grande Willem Dafoe (“I cancelli del cielo”, “Platoon”, “Nato il quattro luglio”, “Così lontano così vicino”, “Existenz”, “Antichrist”).
I film di culto da recuperare, tra morbosità e violenza, ossessione e follia
Uscito nel 1988, il film viene accusato di blasfemia e censurato in diversi paesi. Un capolavoro incredibile è “Velluto blu” del geniale e visionario David Lynch, dove, un ragazzo, interpretato da Kyle MacLachlan, trova un orecchio su un prato, e così decide di indagare da solo sul mistero. Poco dopo, scopre un mondo fatto di violenza, di sopruso, di morbosità.
È un film di Lynch, perciò ci sono parti visionarie, surreali, fortemente teatrali. Alla sua uscita viene elogiato da tutti, eppure provoca comunque disagio nello spettatore, coinvolto in una pellicola ossessiva e violenta. E che dire di “China Blue” di Ken Russell, film uscito nel 1984, con Kathlenne Turner (“Il gioiello del Nilo”, “La guerra dei Roses”, “Il giardino delle virgini suicide”) e Anthony Perkins (“Psycho”, “Il processo”, “Parigi brucia”).
Il film racconta della doppia vita di una donna, di giorno stilista, di notte prostituta. A causa dei contenuti espliciti, la sua distribuzione viene bloccata diverse volte, costringendo il regista a modificare alcune scene e a cambiare il montaggio. Oggi il film è evirato di molte scene importanti per lo sviluppo narrativo e psicologico.
Le pellicole che hanno scioccato il pubblico in sala
Nel 1980 William Friedkin gira “Cruising”, che narra la vicenda di un serial killer che sceglie vittime omosessuali nei bar del West Village. Un giovane poliziotto, Al Pacino, si infiltra nell’ambiente per scoprire la verità. L’ambiente LGBT blocca le riprese diverse volte e costringe Friedkin ha eliminare diverse scene esplicite.
Infine, citiamo “Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante”, film del 1989 diretto da Peter Greenaway, incentrato su una famiglia di criminali e su un rapporto adultero. L’estetica è teatrale, raffinatissima, elegante, la narrazione è estremamente violenta, con scene malate e ripugnanti, tanto da essere definito, all’epoca dell’uscita, un “rompicapo hard e psicopatico”. Molte scene, ovviamente, sono state eliminate prima dell’uscita nei cinema.