È iniziata la settimana più lunga della televisione italiana, manca soltanto un giorno all’inizio di Sanremo 2024. L’attesa per i brani sale, ma scopriamo come la Crusca commenta i testi.
Il countdown è praticamente finito, tra poco più di 24 ore avremo finalmente la possibilità di ascoltare i brani selezionati da Amadeus per Sanremo 2024. Una scelta ardua, come ha più volte sottolineato lo stesso direttore artistico, visto che questo è stato anche uno degli anni in cui sono arrivate più proposte: tra big, giovani e area Sanremo si contano più di 2mila brani presentati.
I testi delle canzoni sono ormai stati resi noti, come da consuetudine, non resta che capire come sono le melodie che le accompagnano e gli arrangiamenti fatti con l’orchestra. Ma vi siete mai chiesti com’è il linguaggio di questi brani? L’Accademia della Crusca, con l’aiuto del Professor Lorenzo Coveri, ha analizzato e commentato il lessico dei brani in gara.
Il risultato? Un dato chiaro su tutti c’è: “il linguaggio si fa sempre più medio e vicino al parlato quotidiano“.
La Crusca commenta i testi di Sanremo, il testo più aulico? Quello di Angelina Mango
Quando si dice che a Sanremo si portano canzoni d’amore, non si dice poi una bugia. L’Accademia, nell’analizzare il lessico usato nelle parole, ha riscontrato che la parola amore risulta essere ancora una volta quella più utilizzata, comparendo ben 13 volte.
Più in generale, su 2.122 canzoni che in totale abbiamo ascoltato a Sanremo dal 1951 ad oggi, questo termine si prende la vetta indiscussa ricorrendo oltre mille volte. A seguire, invece, termini che possiamo far rientrare nella sua costellazione di significato come vita, cuore, mondo e così via.
Per quanto riguarda quest’anno, Coveri ha sottolineato come la “cura Amadeus” (così definita dal Professore, ndr) ha portato ad un’evoluzione del linguaggio dei testi sanremesi e tutto questo grazie alla maggiore presenza di stili e artisti di ultima generazione. Secondo il professore, i testi di quest’anno presentano alcune novità interessanti, su tutti l’utilizzo della crescente della dislocazione e quello del che in funzione polivalente.
Un esempio di vera innovazione lessicale è dato dal testo di Tuta Gold di Mahmood, l’artista qui introduce parole del gergo giovanile e molti anglicismi. Altro elemento interessante è come i temi provocatori dei gruppi punk trovino per Sanremo il modo di addolcirsi, moderando i termini. C’è poi il caso Golier che utilizza un dialetto contemporaneo portando in scena anche l’evoluzione linguista del napoletano che, come tutte le lingue, è cambiata nel corso degli anni tenendo conto delle influenze giovanili. Chi si smarca dai termini più abusati, in questa edizione, è Annalisa; era dai tempi di Signor Tenente che qualcuno non usava la parola sinceramente a Sanremo e lei addirittura la mette nel titolo.
Le pagelle del professore
Coveri, quindi, arriva a dare una valutazione -puramente linguistica e che non ha a che fare con la musica e musicalità dei brani- ai testi analizzati. Ne viene fuori che Angelina Mango è l’artista che ha usato il linguaggio più elevato -tra l’altro secondo Chat GPT è l’artista che si porterà a casa la vittoria. La sua noia ha un’accezione positiva, utilizza poi il termine cumbia mai usato prima e cita Troisi e Vecchioni. Seguono a lei i Negramaro, anche loro come Mango si prendono un 9.
Promossi a pieni voti anche i testi di Dargen D’amico, Diodato, Fiorella Mannoia, Gazzelle e Ghali che si portano a casa un 8 in linguistica. Il punto più basso? Il testo de Il Tre, che il professore non ha voluto commentare per non infierire.
L’attesa a questo punto è ancora più alta.