Il primo film diretto da Paola Cortellesi ha battuto ogni record di incassi, ma dove si trova la casa nella quale vivono i protagonisti?
“C’è ancora domani” è ancora un successo clamoroso nei cinema, e ha battuto ogni record di incassi. La prova di esordio come regista da parte di Paola Cortellesi è andata oltre ogni più rosea aspettativa. E se lo merita, vista la bellezza della pellicola. Ambientato nel 1946, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il film mostra pochi scorci di Roma.
Giusto qualche strada, forse impossibile da identificare, la piazza del mercato, e ovviamente la casa nella quale vivono i protagonisti. Una casa modesta, un appartamento disposto nel seminterrato di una palazzina. Le sue finestre, infatti, affacciano proprio ai piedi del cortile di questo vecchio complesso dove tutti si conoscono e dove tutti si ritrovano. Ma dove è situato?
Come è stata costruita la casa nella quale vivono i protagonisti di “C’è anche domani” di Paola Cortellesi
A distanza di un mese dalla sua uscita, “C’è anche domani” è il più grande incasso italiano nel 2023. Un film che ha conquistato milioni di spettatori, ma anche la critica specializzata, visti i premi ottenuti nei vari festival cinematografici. Le atmosfere che si respirano, guardando l’opera della Cortellesi, sono quelle del neorealismo, di cui il cinema italiano vanta una splendida tradizione.
Il bianco e nero della pellicola, evidenziati da una bellissima fotografia, ma anche le scenografie e gli ambienti in cui le storie dei protagonisti prendono vita. Lo spettatore viene trasportato direttamente in quegli anni bui, ma ricchi di speranza, per l’imminente rinascita dell’Italia, di tutta l’Europa, dopo la guerra, e la preparazione all’insperato boom economico.
Per rendere credibile la vita dell’epoca, non proprio semplice, la Cortellesi ha scelto una location azzeccata, Testaccio, quartiere popolare romano dagli angoli che, in certi casi, riportano indietro nel tempo. Il cortile nel quale si trova l’umile dimora di Delia e Ivano, i protagonisti, è a Testaccio, zona che ha saputo mantenere lo spirito popolare della “vecchia” Roma.
Da Testaccio a Cinecittà: le ambientazioni del film
L’appartamento, però, dove la famiglia vive, è stato ricostruito a Cinecittà. La casa è costituita da un salotto, dove la famiglia mangia e dove, spesso, la protagonista viene malmenata dal marito, e da tre camere e una piccola cucina. Nella prima, subito appena entrati, troviamo la stanza del nonno, al centro la camera dei tre figli, infine, la camera da letto della coppia, con accanto il bagno.
Ciò che emerge è lo scarno arredamento, con mobili in legno, il divano canapè e un cucinino, situato dall’altra parte della sala, tutto in legno marrone e ripiani bianchi. Il tutto è stato ricostruito con estrema attenzione, a partire dalla carta da parati delle singole sale, come andava di moda un tempo, a tema floreale, per dare un tocco di colore alla povera abitazione.
La ricostruzione è perfetta per evocare gli anni ’40, dall’ottimizzazione degli spazi, con pentole appese come si faceva una volta, ai piccoli catini per darsi una sciacquata. La Cortellesi ha messo tutta se stessa, nella ricostruzione dell’epoca, dando vita a un gioiello cinematografico ricco di significato.