Leonardo Pieraccioni e l’accusa di plagio per il suo ultimo film. L’attore e regista nei guai: lui però si difende così
Leonardo Pieraccioni ed il suo nuovo film, “Pare parecchio Parigi” è finito sotto la lente di ingrandimento de “Le Iene”. Ad occuparsi del caso l’inviata Roberta Rei che ha ricostruito la vicenda che coinvolge il noto attore e regista accusato di plagio. Ad essersi rivolto alla trasmissione, dopo aver visto il film di Pieraccioni, è Antonio Grosso, attore e regista teatrale.
“Mi è venuto un colpo” ha rivelato l’artista alle telecamere della trasmissione di Italia 1 che senza giri di parole ha detto “Pare pareggio il film mio”. Il riferimento è al cortometraggio realizzato tre anni prima da Grosso e prodotto da Raoul Bova “Come se fosse Parigi”.
La comparazione tra le due storie
La storia portata sul grande schermo da Leonardo Pieraccioni è molto simile a quella raccontata tre anni prima da Antonio Grosso. Nella storia raccontata dall’artista fiorentino, tre fratelli si ritrovano in ospedale davanti al padre che stava male e per renderlo felice, dopo le dimissioni, decidono di esaudire un suo vecchio desiderio, andare tutti insieme in camper a Parigi. Peccato che non si muoveranno mai dal maneggio del figlio maschio, interpretato da Pieraccioni, ed il padre, a sua volta, farà finta di non essersi accorto dell’imbrogio fatto a fin di bene.
La storia raccontata da Grosso è davvero molti similie. Ad essere molto malata è una bambina che aveva il desiderio di ballare all’Opera di Parigi e così il papà insieme al nonno e ad amico, decidono di prendere un camper per far finta di andare a Parigi anche se in realtà si fermano su un palco di un teatro della città facendole credere di essere nella capitale francese. Anche lei capirà tutto ma manterrà il segreto. Tanti meccanismi ed elementi che coincidono: delle prove o solo delle coincidenze tra storie molto simili?
Le spiegazioni di Pieraccioni
Leonardo Pieraccioni per la presentazione del suo film fin dall’inizio ha detto di essersi inspirato ad una storia vera, quella dei fratelli Bugli. Grosso si è informato ma non ha trovato traccia della famiglia di cui racconta Pieraccioni. E così Roberta Rei ha deciso di raggiungerlo di persona. Lui ha ammesso che l’idea è simile ma si è anche difeso spiegando di aver visto il cortometraggio di Grosso dopo aver realizzato il suo film e che all’inizio credeva si trattasse di uno schermo de “Le Iene”.
L’inviata precisa che ci sono parecchie coincidenze e che Grosso ha realizzato il suo cortometraggio per primo. Tutto vero ammette Pieraccioni precisando però che “lo svolgimento del prodotto di Grosso e Raul Bova, dello stesso tema e meccanismo, è differente”. Pieraccioni giura di non aver mai visto prima l’altro lavoro e che se lo avesse fatto sarebbe stato un vero kamikaze ad emularlo. Secondo l’attore dall’analisi che ha fatto fare e dalle consultazioni avute con i suoi legali, non esisterebbero le ragioni del plagio. La Rei non è affatto d’accordo e spiega che questo sarà stabilito dal tribunale.