Lutto nel mondo della fiction italiana: morta la protagonista di una delle più amate degli ultimi 20 anni

Scompare anche Marzia Ubaldi, attrice che per mezzo secolo è riuscita a fare tutto, cinema, teatro, televisione e doppiaggio, scopriamola

Marzia Ubaldi
Marzia Ubaldi (blueshouse.it)


Ci saluta anche l’attrice Marzia Ubaldi
, con lei si spegne uno degli ultimi testimoni del cinema italiano del 900’. Ce ne comunica la scomparsa la figlia Emanuela Moschin, la notizia è vera ed improvvisa “Ciao mamma… sta volta me l’hai combinata proprio grossa”. Nel mondo dello spettacolo aveva dato tutta sé stessa. Attrice cinematografica, teatrale e, per anni, anche televisiva.

Doppiatrice e alle volte, anche cantante. Un viso e una voce che a tutti, consapevoli o meno, è capitato di sentire e vedere. Ci ha fatto ridere, spaventare, angosciare ed infine anche piangere. In pochi sanno che la grande “Ballata dell’amore cieco” di Fabrizio De André, fu incisa per la prima volta, con la sua voce. Un’interpretazione più vivace e condita quasi da una goccia di malizia.

Difficilmente, se siete nati dopo gli anni Novanta, potrebbe esservi capitato di sentirla, ma è una versione così diversa da quella che conosciamo ed amiamo tutti, che vale la pena di essere almeno ascoltata. All’inizio della sua carriera fu attrice teatrale presso il Teatro Piccolo, a Milano, dove interpretò i ruoli più disparati. Sempre degli anni Sessanta è stata la firma nella casa discografica Karim, dove appunto inciderà la prima versione del capolavoro di Faber.

Marzia Ubaldi, una voce capace di tutto

Marzia Ubaldi
Marzia Ubaldi (blueshouse.it)

 

In quegli anni fonda, inoltre, la scuola di recitazione Mumos di Terni, progetto creato assieme al Marito, Gastone Moschin. I due, sposati dal 1960 al 1967, hanno avuto assieme anche una figlia, successivamente coinvolsero anche lei nel progetto. Come doppiatrice presta la voce ad attrici del calibro di Judi Dench e Maggie Smith. Ma non solo, è stata voce anche di personaggi animati derivanti dalle opere nipponiche.

Sul grande schermo è apparsa associata al nome di grandi registi come Giorgio Simonelli e Pietro Castellitto. Ma la sua forma prediletta era la sceneggiatura televisiva. Qui ha interpretato ruoli in decine di piccole opere, dalla grande importanza per tutta l’Italia. Ricordiamo tra i tanti “La coscienza di Zeno”, “Nero Wolfe” degli anni 60. Ma anche opere più moderne, come la, da poco tornata alla ribalta, “I Cesaroni”.

Ha collaborato anche per le nuove piattaforme digitali, interpretando Sibilla Mancini, commercialista, in Suburra, al fianco di Alessandro Borghi. L’ultimo lavoro, amatissimo dal pubblico, è stato “Call my agent”, remake italiano del francese “Dix pour cent”. Questo quadro di un’artista poliedrica è giunto come molti altri alla sua fine terrestre. È stato un piacere aver avuto la possibilità di assistervi

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