Il Festival di Sanremo è un punto cardine della cultura musicale della penisola: ma quanto conosciamo il teatro Ariston che lo ospita?
Spesso non ci rendiamo conto che le opere che seguiamo, teatrali, televisive o cinematografiche, esistono e prendono parte all’ambiente che le accoglie. Teatri e ambienti stupendi che, anche loro, si costituiscono come delle vere opere d’arte, architettoniche. Oggi il grande evento di cui parliamo è il Festival di Sanremo e della sua magnifica casa, il teatro Ariston. Ci troviamo all’interno di un luogo che ha assunto un valore sacro con l’arrivo del Festival, ma che presenta al suo interno ambienti di grandissimo valore artistico.
Sono sicuro che chiunque abbia avuto la fortuna di entrare dentro l’Ariston da “profano” o semplice spettatore, l’entusiasmo per il grande evento del Festival ha distolto l’attenzione da alcune opere presenti nella struttura. Andiamo per gradi però e prima di tutto conosciamo la storia di questo luogo, oggi sacro agli occhi di molti musicisti. Siamo nel 1907, il mondo non ha ancora conosciuto le due guerre mondiali, quando nasce a Genova da una famiglia di imprenditori Aristide Vacchino, il quale, negli anni ’40 acquisto il terreno. Iniziò qui il progetto dell’imprenditore genovese che vide la nascita del teatro.
1957, 50 anni dopo la nascita di Aristide, iniziano i lavori per la creazione di un teatro-cinema. La gestazione fu molto lunga e prese vita solo nel 1963 con il primo film proiettato nella storia del teatro: “Gli ammutinati del Bounty” di Marlon Brandon. Il teatro, ora avviato, era pronto per accogliere il Festival di Sanremo, già presente sulla scena italiana dal 1951. Infatti fino al primo accordo, nel 1976, che portò il Festival all’interno delle porte dell’Ariston, l’evento si svolgeva altrove, nel maestoso e famoso casinò di Sanremo, un altro simbolo della città ligure.
Dal 1976 ad oggi il Festival è stato ospitato dal teatro Ariston, diventando un simbolo del Festival più importante d’Italia. Oggi è ancora di proprietà della famiglia Vacchino che, dopo tre generazioni, ne detiene la proprietà. Ma il teatro ha avuto delle continue modifiche, soprattutto con l’arrivo del Festival. Un esempio sicuramente di valore è la sala stampa che ha modificato il suo aspetto l’anno dopo l’arrivo del Festival e negli anni ’90. Ma non è, sicuramente, questa la parte più interessante di questa struttura.
Appena dentro il teatro Ariston possiamo accorgerci di una particolarità che accompagna la nostra ricerca di espressione teatrale. Infatti, insieme ai maestosi lampadari, marmo francese e toscano e vetri di murano firmati Venini e Barovier, troviamo dei fregi e delle rifiniture uniche. Ecco, quindi, poter ammirare le stupende Formelle di Emanuele Luzzati. Queste opere accompagnano lo spettatore nel suo ingresso nel maestoso teatro, in un viaggio color oro che ci regala delle scene stupende. Ma le particolarità dell’Ariston non finiscono qui.
Tutto questo non è possibile vederlo durante il Festival, poche le immagini che sfuggono al controllo delle telecamere e vengono intrappolate nel nostro televisore. Sala stampa, ingresso dei musicisti, degli ospiti, tutti momenti nei quali è possibile intravedere l’opera d’orata accompagnare l’occhio verso il teatro. Ma esiste una caratteristica che non è facile vedere attraverso la televisione, anzi. Anche allo spettatore più attento potrebbe essere sfuggito un particolare: come è fatto il soffitto dell’Ariston?
In maniera canonica, quando pensiamo al soffitto di un teatro, possiamo immaginare, in tempi moderni o una serie di impalcature di legno, essenziali per lavorare sul suono, o tessuti o drappi, o ancora impalcature per luci e strutture. Ma l’Ariston è diverso, il suo soffitto vuole essere una punta di diamante. Infatti il soffitto del teatro è affrescato. L’opera è stata dall’artista Carlo Cuneo che decorò questo ambiente in un modo unico, tanto da rendere l’Ariston un ambiente molto particolare.
Quindi, la prossima volta che avrete modo di entrare dentro il maestoso teatro, non distraetevi dal grande evento, ma lasciatevi guidare e sognare dalle magnifiche opere della struttura.
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