Lucca comics & games 2023 si è chiuso e tante sono state le opinioni e le critiche di questa fiera internazionale. Ecco l’opinione di chi ha vissuto la fiera.
Sono stato a Lucca Comics & Games di questo anno. Apro dicendo subito che quello che racconterò e spiegherò non è frutto di studio delle fonti (o almeno non solo), ma di esperienza vissuta sul campo. 5 giorni pieni; arrivato nella magnifica Lucca il 31 e ripartito il 6 novembre. Tante sono state le critiche che ho avuto modo di leggere e sentire, alcune esagerate ed altre sensate, ma che devono essere, però, elaborate. Non mi ergerò a giudice, ma voglio raccontarvi la mia Lucca.
Ovviamente non paliamo di un diario, non sarà un blog, ma parliamo di quella che è stata la fiera. Lucca ospita questo evento da 30 anni e ogni anno è diventata sempre più importante ed impattante, sia per gli appassionati che per i cittadini di Lucca. Sì, perché, come mi raccontava un barista di Via San Paolino, nel fulcro del centro storico di Lucca, i lucchesi vivono con difficoltà la fiera. Una invasione di spazi e disturbo di una ruotine e quotidianità che li mette in difficoltà, ma che allo stesso tempo porta un indotto e un concentrato economico e sociale molto importante.
In questo la fiera sa essere un motore enorme, per tutti i commercianti che cambiano aspetto per quei giorni. Ristoranti assumono forma di “mensa” con piatti e forchette usa e getta, i negozi espongono cartelloni e oggetti a tema della fiera e i bar mettono le musiche che hanno cresciuto generazioni di “nerd“. Questo modifica ulteriormente il volto della bellissima cittadina, che accoglie con un calore unico questa fiera. Capannoni e stand in tutta la città dentro le mura, che coinvolgono le piazze e le vie principali, rendendo, a tutti gli effetti, una fiera unica nel suo genere.
L’evento ha totalizzato 314mila di soli biglietti venduti, arrivando al sold out il 4 novembre con 80mila biglietti venduti. Un numero alto, ma che non riesce a superare il record di biglietti venduti lo scorso anno di 319mila e un triplo sold out di 75mila biglietti venduti. Numeri che hanno visto superare il record precedente segnato nel 2016 con 271mila. Ma perché parliamo di tutti questi numeri?
Serve per iniziare a comprendere come sia strutturato e cosa viva Lucca e tutta l’organizzazione della fiera con numeri di questo tipo. Da prima del covid a dopo i biglietti sono aumentati esponenzialmente, mettendo a dura prova tutta la fiera e la città stessa. La prima scelta che è stata fatta, e rinnovata nuovamente anche questo anno, è stata quella di dislocare alcune parti della fiera. Quindi vediamo un allontanamento, fuori le mura, della Japan Town a sud e del mondo videoludico a nord, così da gestire al meglio il flusso di gente dentro la città.
Questo ha permesso di mantenere all’interno delle mura quello che di storico ha sempre definito la fiera, con i padiglioni principali che si occupano di comics & games. Il dislocamento si inserisce in un nuovo contesto organizzativo, come l’ausilio dei braccialetti per contingentare e contare gli ingressi nei padiglioni, fino all’applicazione per eventi, prenotazioni di questi ultimi, mappa e tanto altro, per la prima volta messa in utilizzo in questa fiera.
In questo gli organizzatori hanno cercato di controllare il flusso, ma quest’anno le difficoltà sono state notevoli per tanti aspetti, compreso un tempo grigio e piovoso. La “fiera delle file“, ironicamente rinominata, ha dimostrato il suo soprannome senza colpo ferire, ma questo è stato frutto di una duplice mancanza. La fiera non è riuscita a gestire al meglio il flusso di alcuni padiglioni, solitamente quelli maggiormente sponsorizzati, come One Piece, Netflix, Prime, Panini, Jpop e StarComics, ma allo stesso tempo è mancata l’organizzazione dei fruitori della fiera.
Sembra strano da leggere che non viene addossata tutta la “colpa” alla fiera, un argomento facile, che, però, sarebbe fallace. Gli errori riscontrabili alla fiera sono sicuramente vari, primo fra tutti il quantitativo troppo esiguo di biglietterie per la distribuzione dei braccialetti, come la mancanza di organizzazione della circolazione dei flussi interni fra le arterie della città. Non contando che la fiera ha organizzato per la prima volta dei controlli alle mura per questioni di sicurezza, così aumentando esponenzialmente le file per gli ingressi nella città.
Ma tutto questo non può essere solo e unicamente un errore della fiera. Mi dispiace doverlo dire, ma non bisognava aspettarsi di avere il piatto pronto, servito comodamente, ma bisognava sapersi anche giostrare in una città in esubero di persone. Un esempio pratico può essere il tema dei braccialetti, infatti era possibile farseli spedire a casa con il solo costo della spedizione, evitando ore di coda e lasciando che la fila fosse per chi doveva obbligatoriamente prenderli alla biglietteria. Vale per questo come per i padiglioni che attirano più gente e per l’ingresso alle mura.
Con ciò non voglio cercare un colpevole, ma l’organizzazione individuale per affrontare una fiera che ha venduto 314mila biglietti, visibili sul sito, è determinante al risultato di una o più giornate serene. Non deve esserne una colpa, ma una consapevolezza: l’organizzazione di un evento è essenziale ed importante, ma dobbiamo iniziare ad imparare che organizzare non significa “imboccare“, ma facilitare, successivamente starà a noi completare l’organizzazione.
L’esperienza della fiera rimane, così, per me tra le più belle di questo anno, anche accompagnata da una pioggia incostante e difficoltosa che ha regalato un’immagine di un’altra Lucca. Questi viaggi, per quanto la loro organizzazione possa mancare, rimangono un indelebile segno discontinuo in una vita tempestosa, come la pioggia che si è abbattuta sui gazebo. Che sia per un braccialetto, che sia per riuscire a fare un firma-copie, ogni fila, ogni attesta, è stata parte di una esperienza che rifarei ad occhi chiusi. Sapersi adattare e organizzare ci permette di avere un’opinione ibrida di ciò che accade, così da poterci godere le sue bellezze.
Spero di ritrovarvi il prossimo anno per la fiera 2024.
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