“Crystal Flower” un disco jazz con brani eterogenei dalle tante sfumature interpretative e vocali, disponibile dal 13 ottobre scorso.
Letizia Brugnoli da sempre appassionata di musica che le è stata trasmessa grazie a suo padre pianista. Inizia la sua attività a soli 17 anni e si avvicina al jazz, una delle strade che ha continuato a percorrere fino al suo ultimo lavoro ”Crystal flower”.
Quest’ultimo, un album per l’appunto jazz che si articola tra swing, latin ed electric Jazz degli anni ‘70, alternando musica brasiliana e ballad.
Suoi i brani, sia quelli scritti in inglese che quelli in italiano mentre Roberto Sansuini ne è il compositore e arrangiatore.
Un album che racchiude spensieratezza ma anche nostalgia, una sorta di contrasto tra due mondi e due realtà apparentemente in contrapposizione. Lei come lo vive questo dualismo?
Devo dire che Crystal Flower tocca la spensieratezza solo se ci riferiamo all’allegria che la parte musicale di alcuni brani ci trasmette, come ad esempio Tire Change, Oltre il limite o il Gioco del Semaforo. In realtà i testi sono tutt’altro che spensierati direi. Ho voluto giocare su questo dualismo tra musica e contenuti, proprio come si dovrebbe sempre fare nella vita. La musica è la parte più immediata di un brano, il testo si comprende sempre dopo più di un ascolto. Questo è sempre quello se accade nelle esperienze quotidiane alla fine.
In un brano, in particolare, ”Il gioco del semaforo”, parla di solitudine: quanto peso ha nella sua vita e quali sensazioni le lascia questo sentimento?
Il tema della solitudine lo affronto più nello specifico nel brano Koka, in cui descrivo proprio quel senso di voluto distacco, che tutti prima o poi dovremmo attuare, verso persone che da sempre non ci comprendono o non comprendono le nostre scelte. Si arriva ad un punto in cui necessariamente di deve guardare avanti, per vedere cosa c’è per noi e per il nostro futuro. Qui mi ricollego a quanto descrivo ne
Il Gioco del Semaforo, cioè il voler e il dover cercare la propria luce verde, che è l’unica che ci farà avanzare verso ciò che davvero vogliamo.
”Koka”, un brano swing volutamente scritto in italiano. Secondo lei perché è così poco considerato questo genere nella nostra lingua?
Principalmente credo perché non fa parte della nostra tradizione italiana, ed è esattamente per questo, come diceva lei, che ho scelto questa lingua per questo brano. Non dico una novità nell’affermare che le radio italiane dovrebbero occuparsi molto più spesso di questo genere.
A chi ha voluto dedicare questo album e quali sono state le sue maggiori fonti di ispirazione?
L’album è dedicato a mio papà Franco, che tanto ci avrebbe tenuto, credo, ad ascoltarlo. A lui è dovuta la mia passione per la musica. Le mie fonti di ispirazioni sono state le grandi regine del Jazz, in particolare Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e Carmen McRae.
Cosa si aspetta da questo suo ultimo lavoro e qual è il sogno che vorrebbe realizzare?
Spero che Crystal Flower, uscito il 13 ottobre per Irma Records, possa viaggiare lontano e spero di portarlo live un po’ in tutta Italia. Il mio sogno è semplicemente poter cantare più a lungo possibile, solo cosi non invecchierò mai.
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