Il titolo della canzone è quasi impronunciabile, uno scioglilingua divertente pubblicato nel 1972: quando Adriano Celentano cantava in una lingua che non esiste.
Prisencolinensinainciusol è il titolo di una canzone famosissima di Adriano Celentano, un singolo che ha fatto scuola, sollevando tanti enigmi all’epoca di uscita, ma anche tante risate. Era l’idea geniale di Celentano di raccontare il rock n roll, prendendosi gioco della lingua anglosassone, che ha sempre dominato nella musica rock.
Il titolo è quasi impronunciabile, uno scioglilingua divertente ma che fa impazzire, pubblicato nel lontano 1972. Il 45 giri portava Prisencolinensinainciusol sul Lato A e il brano Disc Jockey sul Lato B. La canzone è cantata in una lingua inesistente, una presa in giro dell’inglese ma che per l’autore ha un solo significato: l’amore universale.
La musica come amore universale, quando Adriano Celentano cantava in una lingua inesistente
La canzone in questione, Prisencolinensinainciusol, è diventata una delle più popolari del cantante. La sua caratteristica principale, come accennato, è quella di essere cantata in una lingua apparentemente inglese, ma che in realtà non significa nulla. Alcune parole possono sembrare reali, come ad esempio la ripetizione nel termine “oilrait”, che porta lo stesso suono della parola “allright”.
L’idea di Celentano è stata geniale, cioè portare il caos nella musica, il disordine nella forma-canzone, che invece, per essere considerata tale, ha un suo ordine. Eppure, l’idea è nata per puro caso, come aveva rivelato lo stesso autore in una vecchia intervista. Adriano stava lavorando sul brano Disk Jockey, cantando su una melodia messa in loop, quando ebbe la folgorazione.
“Il brano rappresenta la ribellione alle convenzioni”, aveva rivelato nell’intervista. L’utilizzo di una non-lingua (glossolalia) ha rappresentato un vero enigma, nel 1972, con i critici e gli ascoltatori intenti a trovarci un significato che non c’era. Inserito nell’album “Nostalrock”, pubblicato nel 1973, Prisencolinensinainciusol è stata poi utilizzata come sigla di apertura del programma radiofonico “Gran Varietà”.
Alla ricerca di significato che non c’è mai stato
La canzone è stata un successo in tutta Europa e persino negli Stati Uniti, anche se Italia non si è piazzata nemmeno tra i primi posti, salvo poi riscuotere il successo meritato solo nel 1974, due anni più tardi, grazie alla sigla di un varietà cantata insieme a Raffaella Carrà. Da molti artisti, il pezzo è considerato come antesignano del rap, dunque importantissimo per la storia della musica.
Nel corso dei decenni, il brano è stato utilizzato in diverse occasioni, dall’inserimento come colonna sonora in serie tv e film, a sigla di cerimonie sportive, come i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro nel 1996, fino allo sfruttamento in diversi blog italiani e stranieri. È stato persino remixato in varie occasioni, specie a partire dagli anni ’90. Insomma, un brano dal testo privo di significato, ma che ha significato tanto per la musica.