BigMama, perché questo pseudonimo? I motivi che hanno spinto la giovane rapper che vedremo a Sanremo a scegliere questo nome d’arte
È tra i nomi dei 27 big in gara per Sanremo 2024 e molti ancora non la conoscono. Facciamo riferimento a BigMama, la rapper di origini campane che all’Ariston c’è già stata per la kermesse 2023 al fianco di Elodie realizzando una versione di “American Woman” che, nella serata dei duetti, non è passata inosservata. Per la prossima gara canora, invece, le attenzioni sono tutte su di lei che, nel momento dell’annuncio del suo nome ds parte di Amadeus, è scoppiata in lacrime. Ma chi è davvero BigMama e perché si chiama così? Scopriamo meglio cosa si cela dietro il volto della rapper.
BigMama, chi è e come si è avvicinata alla musica
Classe 2000 e origini campane. Un passato fatto di bullismo e di musica da autodidatta. Una carriera che ha spiccato il volo quando con la scusa dell’università, Marianna Mammone, vero nome di BigMama si è trasferita a Milano. È qui che il suo freestyle che si era fatto sentire in modo timido e circoscritto tra i suoi amici comincia a volare, piace così tanto che nemmeno il cancro, arrivato in concomitanza della prima firma di un contratto discografico, non riesce a fermare.
“Preferivo stare malissimo ma fare musica piuttosto che non farla proprio” ha raccontato l’artista che è convinta che proprio la musica sia riuscita a salvarla e a tirarla fuori da alcune situazioni. È il 2021 l’anno della svolta. RedBull la nota e la ritiene un talento da attenzionare per il suo flow e la sua energia a livelli senza pari. Dop tanti anni di lavoro e gavetta, “Too Much” è il primo singolo realizzato con Epic/Sony Music Italia e da lì una strada tutti in salita fino al successo.
BigMama, il motivo del suo pseudonimo
Ma perché Marianna Mammone ha scelto di chiamarsi BigMama? Il riferimento è a sé stessa e al suo stesso nome, o meglio, cognome. Una sorta di libera traduzione, in inglese, del suo cognome. Un legame semplice ma che ha reso uno pseudonimo incisivo e che non si dimentica. Ma questo non è tutto.
Nel nome d’arte che Marianna ha scelto è racchiuso anche il suo essere in sovrappeso, condizione di cui è consapevole tanto che, in una intervista, ha precisato “bisogna chiamare le cose per come sono” oltre al simbolo di essere, oggi, una donna forte, che non ha paura delle critiche e dei giudizi, quello che non è riuscita a fare da adolescente, periodo nel quale è stata vittima di bullismo proprio per il suo peso. Temi questi che la giovane rapper affronta nei suoi testi, oggi senza nessuna paura, spiegandoci come la cultura grassofobica è più radicata di quanto si possa pensare.