Cinque canzoni famosissime che non hanno vinto Sanremo a dimostrazione che le classifiche non sempre servono
Amadeus si accinge a condurre il suo quinto Festival di Sanremo, e a suo dire anche l’ultimo consecutivo. Proprio a lui va dato il merito di aver trovato la formula calzate per ridare luce alla kermesse, facendo in modo che gli artisti facciano a gara per parteciparvi e dando ampio spazio alle canzoni, quelle che poi si ascoltano tantissimo, e non si dimenticano, in radio ed in streaming.
Gli ultimi quattro sono stati anche i Festival nei quali le belle canzoni si sono fatte avanti e hanno anche vinto. In passato, spesso, non è stato così. Sul podio sono arrivati brani che si sono spenti subito dopo la fine della kermesse mentre altri che sono rimasti indietro in classifica hanno scritto la storia della musica italiana. Ne volete qualche esempio?
Cinque canzoni famosissime che non hanno vinto Sanremo
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Partiamo con un mostro sacro della musica italiana, con lei che nel corso della sua carriera ha cambiato così tante volte “sembianze” da poter essere considerata un’aliena. Nel 1978, all’età di soli 17 anni, Anna Oxa si è presentata sul palco dell’Ariston con le sembianze di un uomo: giacca, cravatta, capelli scuri e cortissimi ed un trucco molto marcato. Un look avanti nel tempo e che fece molto scalpore. Di lei è impossibile non ricordarsi come anche la canzone che presentò in gara: “Un’emozione da poco” diventata uno dei suoi brani più belli di sempre.
È nello stesso anno che in gara, al Festival, c’è un altro grande artista che non ha vinto, si è fermato al terzo posto e che ha presentato un brano che potremmo definire manifesto della sua illustre se pur breve carriera. Parliamo di Rino Gaetano con la sua “Gianna”, un vero evergreen che ancora oggi richiama a sé le nuove generazioni, con il suo ritmo, la sua allegria, i giochi di parole e le allusioni, solo come Rino sapeva fare.
Qualche anno più tardi, nel 1983 a Sanremo arrivava per la seconda volta Vasco Rossi. Per lui sarebbe stata anche l’ultima partecipazione. In gara era con “Vita spericolata” che venne piazzata al penultimo posto. Il Blasco fece scalpore per aver abbandonato il palco anzitempo e aver lasciato solo la base del brano. Un gesto clamoroso che non si dimentica, come del resto la sua canzone che è diventata uno dei brani simbolo della sua immensa carriera.
Due donne e due brani iconici
Il 1987 è l’anno di “Quello che le donne non dicono”, il brano di Fiorella Mannoia, scritto da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone. Una canzone che non solo ha permesso alla cantante di far decollare la sua carriera, diventando uno dei brani più belli ed iconici di sempre, oggi manifesto della lotta contro la violenza sulle donne con un finale che la Mannoia ha cambiato in “ti diremo ancora un altro..no”.
Due anni dopo, nel 1989, arriva all’Ariston, dopo anni di lontananza dalle scene per via di un ostracismo stupido e ignorante da parte del mondo dello spettacolo, Mia Martini. È l’anno di “Almeno tu nell’universo” scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio molti anni prima. Una canzone che Lauzi voleva che Mimì cantasse, per prima, e così tenne la canzone solo per lei, affidandogliela nel momento in cui l’artista si sentì pronta per il suo ritorno. A lei andò il premio della critica consegnando alla storia della musica italiana un brano che va oltre le epoche, le stupide credenze e che abbatte ogni tipo di confine. Ancora oggi è cantato e citato e nel 2021 la canzone è diventata disco di platino.