Lo storia del festival jazzistico più longevo e importante d’Italia diventato una tappa fissa a livello internazionale: l’Umbria Jazz Festival.
Quest’anno si festeggiano i 51 anni di attività con un parterre di stelle -tra cui il super big Lenny Kravitz, ma il programma completo con le prevendite dei biglietti lo trovate al link dedicato– che già fa salire l’hype, l’Umbria Jazz si conferma essere ancora una volta con un festival di respiro internazionale, diventato una tappa d’obbligo per gli appassionati del genere, ma anche per gli artisti stessi.
Di fatto l’Umbria Jazz nasce proprio dalla volontà di due uomini che desideravano allargare la cerchia jazzistica italiana: rendere questa internazionale e allo stesso tempo far conoscere il jazz italiano fuori. La prima edizione del Festival arriva nel lontano 1973 su un’idea di Carlo Pagnotta e Alberto Alberti, quest’ultimo già fondatore del Bologna Jazz Festival e figura di fondamentale importanza per la diffusione del jazz in Italia.
Da quella prima edizione di tempo ne è passato e il Festival è diventato molto di più di un semplice appuntamento estivo. Da trent’anni c’è anche l’edizione invernale dell’Umbria Jazz, con un calendario eventi che è diventato via più importante, e l’Umbria Jazz Weekend che si tiene nei finesettimana.
L’Umbria Jazz si tiene tutti gli anni a Luglio nella città del grifo, Perugia. Proprio qui negli anni Cinquanta un gruppo di appassionati capitanato da Pagnotta diede vita all’Hot Club, una rassegna di jazz che ha visto negli anni comunque la partecipazione di nomi importanti.
Visto il successo della rassegna Pagnotta ha poi l’intuizione e il sogno di creare un grande evento che fosse dedicato al jazz e che allo stesso tempo rappresentasse anche un indotto economico, culturale e turistico per la regione. Così chiama l’amico Alberti che ha già 13 anni di esperienza nell’organizzazione del Bologna Jazz Festival e nell’Agosto del 1973 questo grande progetto ha inizio.
Dall’anno successivo, l’Umbria Jazz ottiene un grandissimo riscontro di pubblicò tant’è che cominciano le prime difficoltà organizzative e gli scontri con le istituzioni. L’onda umana nelle piazze e la volontà delle istituzione di limitare il perimetro geografico del festival spingono gli organizzatori ad annullare l’edizione del 1977, già nel ’78 si organizza il festival con la formula dei due concerti in città diverse. Troppo complicato e manifestazione ingestibile che porta ad uno stop di 3 anni.
Nell’82 l’Umbria Jazz, contro ogni pronostico, torna con grandi novità soprattutto dal punto di vista organizzativo: la veste itinerante e gratuita viene messa da parte e il festival si trasferisce in via definitiva a Perugia. Dal 1985 al 2009 ci sarà poi l’Associazione Umbria Jazz che si occuperò della realizzazione della kermesse.
Negli anni l’Umbria Jazz ha continuato a cambiare, diventando sempre più importante. Ritorna l’idea del festival itinerante e che assorbe diverse tipologie di serate: c’è il primo festival all’Arena Santa Giuliana, luogo grande che ospita i big e dov’è prevista una grande partecipazione di pubblico; c’è poi il secondo festival che è al Teatro Morlacchi con eventi dedicati propriamente al jazz e quindi considerata la parte più di nicchia della manifestazione; ed infine il terzo festival che è quello delle piazze perugine quindi grandi eventi gratuiti aperti a tutti.
Negli anni questa formula si è consolidata anche per la versione Winter dell’Umbria Jazz, che si tiene ad Orvieto, e nella versione Weekend che va in scena invece a Terni.
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