La musica in Italia si può anche studiare all’università, per accedere poi al vasto mondo della cultura musicale: vediamo l’offerta del panorama degli atenei italiani
Si sa gli italiani sono un popolo di poeti, di santi, di navigatori e di artisti, come dice un famoso motto e la parte artistica viene spesso rappresentata dalla musica di cui siamo cultori e raffinati compositori. L’Italia è considerata a ragione la culla della cultura e il Paese della musica. Ai grandi del passato si deve la teorizzazione musicale come Guido D’Arezzo, monaco benedettino, che nel XI secolo diede il nome alle prime sei note musicali, o Giuseppe Zarlino che definì nel XV secolo l’attuale pentagramma.
La creatività italiana ha contribuito anche all’invenzione di alcuni strumenti musicali come il violino nella prima metà del XVI secolo e il pianoforte grazie al padovano Bartolomeo Cristofori che sostituì la meccanica delle corde pizzicate del clavicembalo con i martelletti del prototipo del primo strumento a tasti. L’intero paese è ricco di musei che testimoniano la nostra storia musicale e di conservatori dove viene studiata.
I musicisti italiani più famosi come Verdi, Rossini, Puccini, Paganini e Donizetti, sono solo alcuni dei nomi più importanti che hanno caratterizzato il panorama musicale italiano, esportandolo all’estero e rendendolo immortale. Nel 1500 viene inventata l’opera in Italia e da allora dramma e musica si fondono in storie epocali, magistralmente composte e rappresentate negli anfiteatri di tutto il mondo.
Il popolo italiano è sicuramente tra i più musicali del mondo, con la canzone napoletana e poi a metà del novecento con la messa in scena del festival della Canzone italiana, più noto come Festival di Sanremo. Proprio a Sanremo è nato il liceo a indirizzo musicale, presso il Liceo Cassini, con un percorso volto all’apprendimento tecnico-pratico della musica e della danza, anche dal punto di vista storico culturale. Gli studenti vengono indirizzati a sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze per padroneggiare i linguaggi musicali sotto l’aspetto della composizione, esecuzione e rappresentazione.
Per quanto riguarda invece il corso di laurea in musicologia l’offerta didattica fornisce le basi della storia della musica, dell’etnomusicologia e della musicologia sistematica. L’ottica è anche quella di formare gli studenti alla tutela, alla gestione e alla fruizione dei beni musicali, come teatri, musei, biblioteche, archivi, enti concertistici o media.
Gli atenei italiani che propongono il corso di studi di musicologia sono numerosi e distribuiti su tutto il territorio del paese. Trento e Milano, Bologna sino ad arrivare nel Salento. I migliori e più completi sono considerati quelli di Pavia e Roma, rispettivamente all’Università degli Studi di Pavia sede distaccata della facoltà di Cremona, e all’Università della Sapienza.
L’ateneo lombardo offre un corso di laurea triennale ad accesso libero, con una prova d’ingresso obbligatoria ma non selettiva, volta a determinare le competenze musicali proprie dello studente. Il corso poi si può completare con la laurea magistrale, mentre quello offerto dall’Università della capitale è un corso di laurea esclusivamente magistrale, per chi è già in possesso di una formazione nell’ambito dei beni culturali, o con una formazione musicale, ma comunque aperto a tutti. Gli sbocchi professionali vanno dalla gestione e conservazione del patrimonio musicale, per esempio in enti pubblici o emittenti radiofoniche, sino al campo della produzione discografica.
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