Fiorella Mannoia cambia il testo della sua canzone manifesto per dare un segnale importante contro la violenza sulle donne
L’omicidio di Giulia Cecchettin ha scosso l’Italia intera, un nuovo, ennesimo caso di femminicidio che richiama tutti a riflettere quanto il tema della violenza sia un capitolo ancora irrisolto e che molti uomini si sentano in potere di poter fare tutto quello che desiderano nei confronti delle donne che loro dicono di amare, anche il più vile e cruento dei gesti.
Se ne sta parlando ormai da giorni con la richiesta di una maggiore sensibilizzazione nei giovani, fin dall’età della scuola. Che possa la musica scuotere gli animi e far comprendere che questa che si sta perseguendo non è la strada giusta? Ci ha provato Fiorella Mannoia che dopo i fatti accaduti si è sentita in dovere di cambiare il testo della sua canzone più celebre.
Fiorella Mannoia si è da tempo schierata contro la violenza sulle donne ed insieme ad altre artiste italiane come Laura Pausini, Elisa, Giorgia, Emma, Alessandra Amoroso e Gianna Nannini ha realizzato il concerto benefico “Una. Nessuna. Centomila” che oggi è una Fondazione, ne ha sempre parlato nei suoi concerti e negli interventi pubblici e lo ha rifatto ancora ricordando Giulia Cecchettin.
Ha voluto dare un segnale forte, incisivo, nel corso del concerto che si è svolto qualche sera fa a Bologna con il pianista Danilo Rea. La cantante ha cambiato il testo di “Quello che le donne non dicono” ed in particolare il finale con “Ti diremo ancora un altro..no” come ha spiegato ai microfoni di La Repubblica. Il motivo? “Perché era giusto” ha detto. “Ti diremo ancora un altro sì” recita la canzone “ma non è mica vero” ha puntualizzato la Mannoia che ha ammesso che cantandola si è chiesta il motivo per cui si debba dare per scontato che una donna debba dire sempre sì. “Potrebbe essere un forse, o un no – ha aggiunto – E quando una donna dice no, con qualsiasi vestito, in qualsiasi circostanza e condizione, è no”.
Per Fiorella Mannoia le notizie sulla violenza sulle donne si stanno amplificando e questo dà a tutti la dimensione assurda che sta assumendo il fenomeno. Per cambiare le cose? Fermare il cortocircuito che si è innestato con gli uomini che non accettano quello che vuole una donna. Per un nuovo modo di pensare è necessario educare i bambini fin da piccoli al rispetto reciproco nei confronti delle donne e del diverso.
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