Geolier a cuore aperto con gli studenti dell’Università Federico II di Napoli: “Questa cosa mi fa stare tanto male. La temo”.
Ha sfilato tra i giovanissimi dell’Università Federico II di Napoli, nell’aula magna del complesso di Scampia, come un vero e proprio eroe. E in parte lo è, come sono sembrati suggerire gli applausi incontrollabili e le grida degli studenti. Geolier (pseudonimo di Emanuele Palumbo) – che a Napoli, nel quartiere di Secondigliano, nasceva 24 anni fa – ha fatto ritorno dai suoi compaesani.
Reduce dal successo inaspettato del Festival di Sanremo, il cantante ha da poco distribuito il singolo “L’ultima poesia“, realizzato in collaborazione col collega Ultimo. Agli studenti che pendevano dalle sue labbra ha parlato non soltanto della sua carriera, ma anche dell’attaccamento che sente di avere verso la sua città natale.
Una città fin troppo spesso bollata da pregiudizi che l’artista non ha esitato a definire “stupidi”. “Nella classifica dei reati – ha fatto notare Geolier – Napoli viene dopo molte altre città. In tutto il mondo c’è il lato buono e il lato cattivo“. Guai, dunque, a definire la terra del cuore del cantante come un concentrato di malavita e di violenza.
Un cantante che dalla periferia di Napoli si è fatto strada fino ad arrivare al palcoscenico più importante d’Italia: quello del teatro Ariston di Sanremo. Un’esperienza che ha permesso a Geolier di sperimentare il successo e la fama, ma anche le critiche. Dinanzi alle quali il classe 2000, ciò nonostante, ha dimostrato di sapersi rialzare più forte di prima.
Eppure, come ammesso ai centinaia di studenti dell’Università Federico II, persino un artista di successo come Geolier ha le sue paure. Quella più grande, ha confidato senza remore il 24enne, è quella che la lingua da lui adoperata nelle canzoni possa non esser compresa.
“Lo scorso anno, ‘Il Coraggio dei Bambini” è stato il mio pezzo più ascoltato, ma in molti non capiscono il napoletano – ha spiegato l’interprete ai giovanissimi -. Questa cosa mi fa male, perché temo di non essere capito“.
Considerata la sua giovane età, sembrerebbe di comprendere, sono ancora molti i dubbi e le paure che attanagliano Geolier. Il nativo di Secondigliano, del resto, non si è affatto risparmiato dal raccontarne i dettagli agli studenti che lo ascoltavano rapiti.
La fama, per quanto allettante, porta con sé una serie sterminata di pressioni. Pressioni che un cantante come Geolier ha confidato di dover ancora imparare a gestire. Da qui, i complimenti che il secondo classificato di Sanremo ha indirizzato agli studenti dell’Università Federico II di Napoli.
“Sopportate delle pressioni assurde sul lungo periodo – si è complimentato in tono incredulo il classe 2000 -. Vi invidio. Dovreste spiegare voi a me come fate“. Un giovanissimo tra i giovanissimi: così è apparso l’artista napoletano più ascoltato del momento. Con paure che sono esattamente quelle di un coetaneo “qualunque”.
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