Gino Paoli, un pilastro della musica italiana, non le manda a dire e si scaglia contro X Factor e i giovani talenti: vediamo insieme cosa ha detto
Gino Paoli, 89 anni, non ha bisogno di presentazioni. Pilastro della musica italiana, ha regalato autentici capolavori nell’arco della sua ricca e piena carriera. Il cantautore nato a Monfalcone, provincia di Gorizia, ma cresciuto a Genova, fa parte di quella generazione magica di cantautori della cosiddetta “scuola genovese” che parlano al cuore della gente, come Lauzi, Tenco, con i quali ebbe un sodalizio artistico molto proficuo e storico, ma anche Bindi e De Andrè.
Famoso per canzoni memorabili come “Il cielo in una stanza”, “La gatta”, “Sapore di sale” e “Senza fine”, indimenticabili pezzi, ha al suo attivo una produzione musicale incredibile e ricca di importanti collaborazioni. Scrive per Mina, la Vanoni, commuove con la sua “Una lunga storia d’amore” e si reinventa con “Quattro amici al bar”.
Cantautore schivo e poco propenso alla vita mondana, non si sottrae però all’amore, anche molto chiacchierato. Dalla relazione con Ornella Vanoni, al legame con una giovanissima Stefania Sandrelli, da cui nasce Amanda, un altro figlio, Giovanni con la prima moglie Anna. Una vita vissuta e poi raccontata sulle note musicali quella di Paoli, che ha festeggiato i suoi 60 anni di carriera, incoronato a furor di popolo come uno dei maggiori esponenti della musica leggera italiana.
A suo modo però è un artista maledetto, tenta il suicidio sparandosi al cuore, dichiara di aver bevuto per anni whisky, entra in crisi, si risolleva e ritorna al successo. Una vita piena di tutto, che oggi lo vede consacrato nell’olimpo dei grandi della musica italiana. Apparentemente un romantico intimista, nasconde invece un’anima da rocker, che lo porta a vivere la vita senza freni, facendo casini, odiando le ipocrisie dichiarando spesso che il mondo non gli piace e di non temere la morte.
Ultimamente si svela in un’intervista sul settimanale “Chi”, raro evento, dove si racconta e spara a zero sui talent show, come ci spiega il Gazzettino. Bastona in primis proprio X Factor, il programma del momento, quello che ha licenziato Morgan e che sta tenendo banco su tutti i media e i social, con i botta e risposta dei protagonisti.
Per Paoli, che non guarda il talent, le nuove generazioni di artisti avrebbero bisogno di confrontarsi con il pubblico vero, quello con il quale entrare in sintonia, altrimenti non possono considerarsi dei veri artisti. Racconta poi di come portò la Vanoni a cantare al dopolavoro ferroviario proprio per misurarsi, per crescere. Il cantautore ritiene quindi che non si faccia più la gavetta, le serate dove prendere anche fischi e pernacchie, in modo da diventare sempre più consapevoli del proprio peso, di come si viene percepiti.
Il meccanismo dei talent produce solo personaggi televisivi perdendo di vista la musica che una volta era al centro dei progetti e delle carriere. Oggi si confezionano prodotti commerciali e non artistici, afferma il disincantato autore di “Come il sole all’improvviso”-
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