Il jazz e il blues sono generi musicali nati nello stesso periodo e che hanno in comune le stesse tradizioni, ma presentano delle differenze incerti casi nette.
Sappiamo tutti della tradizione afroamericana che lega due generi come il blues e il jazz, derivanti entrambi dalla stessa cultura degli schiavi americani impiegati nei campi di cotone durante l’epoca dello schiavismo. Sono due generi musicali quasi inseparabili, nati e cresciuti insieme, nello stesso contesto culturale, nella stessa area geografica, affondando nelle stesse radici.
Entrambi, infatti, derivano dalla prima forma musicale moderna, lo spiritual, cioè le lodi a Dio e i canti comunitari sul lavoro, per scacciare via le fatiche della quotidianità e per unire gli schiavi in un unico credo, non solo religioso. Lo spiritual è il punto di contatto, che lega insieme blues, jazz e gospel, e che fa amalgamare la cultura africana con quella americana.
Lo spiritual, durante la metà del 1800, si diffonde nell’area meridionale degli Stati Uniti, attecchendo lungo le sponde del Mississippi, mettendo in comunicazione tutte le comunità nere. Lo spiritual è forma di comunicazione universale, perché fa ampio utilizzo di espressioni, versi e ritmiche di tradizione africana, appoggiati però su un linguaggio anglosassone.
Dai canti corali nei campi, questo genere trova una sua dimensione più intima, affrontando le tematiche più disparate, sempre legate alla realtà quotidiana e allo stato sociale del popolo nero. A un certo punto, una volta terminata la schiavitù, anche se le condizione dei neri non migliorano di certo, i canti corali vengono sostituiti dal canto solista.
Inoltre, alla tradizione orale, invocata durante il lavoro, lo spiritual si appoggia ai primi rudimentali strumenti musicali. È la scintilla che dà origine prima al blues, poi al jazz. Si può dire che il jazz sia un’evoluzione del blues, pur traendo origine nello stesso tempo e nello stesso luogo. Se il blues è la prima forma di musica che oggi siamo soliti definire “leggera”, il jazz prende la base blues e ne complica la struttura.
La struttura tipica del blues classico presenta una forma ripetitiva poggiata su 12 battute, inoltre, impiega una particolare melodia, definita “blue note”, ossia intervalli caratteristici del genere. Questo genere rimane standard, almeno fino alla contaminazione con le chitarre elettriche, che daranno vita al rock n roll. Il percorso del jazz, invece, è diverso.
Il jazz nasce nella stessa comunità, dagli stessi musicisti blues, ma si avvale di una pulsione ritmica caratteristica, basata sull’accento dei tempi deboli. In pratica, almeno il primo jazz è un blues più ricco e improvvisato. Gli schemi del jazz sono più astratti, concentrati su regole meno impostate e più imprevedibili. Le prime canzoni jazz non sono altro che brani blues, un poco modificati.
Entrambi si sviluppano nella seconda metà del 1800, per poi subire un’evoluzione personale a partire dai primi del 1900, non solo dando vita a strutture sempre più complicate, ma anche originando una serie sterminate di sottogeneri musicali. Per quanto riguarda le tematiche affrontate, blues e jazz condividono le stesse impressioni, facendo parte della stessa tradizione afroamericana.
Tuttavia, il jazz progredirà verso una forma sempre più strumentale (salvo il sottogenere swing, che si diffonderà a partire dagli anni ’40), avvalendosi di numerosa strumentazione, mentre il blues si specializzerà sulla classica cantilena folk. La differenza tra questi due generi musicali è netta, almeno per la concezione che ne abbiamo oggi, eppure così indefinita.
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