Ogni band in pista da tanti anni inizia a odiare alcuni brani del proprio repertorio: qual è la canzone che Lars Ulrich dei Metallica odia suonare?
Il 26 dicembre, il batterista Lars Ulrich, fondatore dei Metallica, ha compiuto 60 anni. Musicista di successo, ha portato la sua band ai vertici delle classifiche, consegnando brani e dischi alla storia della musica, vendendo oltre 100 milioni di album in 40 anni di carriera, e rivoluzionando la scena metal mondiale. Anche per i giganti del metal, il tempo scorre inesorabile.
Sono trascorsi 40 anni da quando, un gruppo di ragazzi poco più che adolescenti, si affacciava al panorama musicale con il memorabile album “Kill ‘em All”, in grado di stabilire i canoni del thrash metal, e di portare la musica a una nuova velocità e a una nuova potenza. In 40 anni di carriera, i Metallica ne hanno passate di cotte e di crude.
La canzone che Lars Ulrich dei Metallica odia suonare di più
La carriera dei Metallica ha preso il via in modo brillante, il debutto “Kill ‘em All” è un manifesto del thrash metal, e dell’hard&heavy in generale, ancora oggi feroce e violento, con i suoi brani di punta, quali “Jump the Fire”, la pazzesca “Seek & Destroy” e l’oscura “Whiplash”. Poi la conferma con il magnifico “Ride the Lightning”, inossidabile, un classico del metal anni ’80.
Dall’apertura con “Fight Fire with Fire” alla conclusiva “The Call of Ktulu”, passando per la title-track, “For Whom the Bell Tolls”, “Fade to Black” o “Creeping Death”, è un susseguirsi di assalti sonori magistrali. Il terzo capitolo si intitola “Master of Puppets”, forse la massima espressione musicale della band americana e probabilmente apice anche di tutto il thrash metal.
“Battery”, “Welcome Home (Sanitarium)”, “Disposable Heroes” e la strumentale geniale “Orion”, sono tutti capolavori del metal, impossibile da non conoscere. E che dire di “…And Justice for All”, altro capolavoro, più complesso rispetto ai dischi precedenti, venuto alla luce dopo la morte dello storico bassista Cliff Burton, sostituito da Jason Newsted, criticato negli anni per l’assenza del basso.
La carriera e i brani dei Metallica
L’era classica dei Metallica si chiude con l’omonimo album, soprannominato “Black Album”, per via della copertina interamente nera, uno dei dischi più venduti della storia, che ha avuto il pregio di cambiare il modo di produrre un disco metal, influenzando tutto il mondo. Nonostante un piglio più leggero e radiofonico, è ancora una volta un centro perfetto, un grande classico della musica dura.
“Enter Sandman”, “Sad But True”, “The Unforgiven” e la ballata “Nothing Else Matters” mettono ancora oggi i brividi. Poi il cambio di rotta, con “Load” e “Reload”, album controversi, orientati più sull’hard rock, lunghi, prolissi, fortemente criticati, ma sempre ultravenduti, capaci di dominare le classifiche di MTV. Poi il ritorno alla forma con “St. Anger”, album pesante, sia per i (bruttissimi) suoni che per l’eccessiva durata.
La canzone più odiata dalla band
Disco massacrato da tutti, ma che ha riportato la band su lidi thrash metal. A seguire, il discreto “Death Magnetic”, l’orribile collaborazione con Lou Reed in “Lulu”, “Hardwired… to Self-Destruct” e l’ultimo, buono, “72 Seasons”. Insomma, di materiale ce n’è tanto, di brani composti ce ne sono molti, alcuni dei quali sono stati suonati migliaia di volte durante i concerti.
La canzone più odiata è forse insospettabile, uno potrebbe pensare a “Nothing Else Matters”, oppure a “Enter Sandmand”, a “The Unforgiven”, oppure “Fuel”, e invece no. Lars odia suonare “Eye of the Beholder”, contenuta in “…And Justice for All”. “Ogni volta che la suoniamo la sento forzata, sembra avere due tempi, due mondi che cozzano l’uno con l’altro. Suona in modo imbarazzante”.