Magari non conquisterà le classifiche, ma il jazz continua a vivere attraverso i lavori di ottime band: le band jazz italiane più interessanti.
Se diamo uno sguardo alle classifiche musicali capiamo del decadimento a cui è stata sottoposta la musica da diversi anni. Basterebbe confrontare una qualsiasi classifica del passato con uno degli anni più recenti per accorgersi di un drastico calo della qualità. Non solo qualità nella melodia, ma anche a livello di lavoro in studio e di ricerca sonora.
Lo streaming ha affossato un mondo, portando agli ascoltatori musica fatta in casa in due minuti, basi campionate, assenza di strumentazioni, talvolta persino senza conoscere la basi stesse dalla musica, tecniche e storiche. Regalare musica sulle piattaforme streaming ha distrutto completamente un mercato, e a rimetterci sono stati prima di tutto gli artisti.
Le piccole grandi band jazz italiane che tengono vivo un genere e un modo musicale
Nonostante le classifiche siano dominate da artisti di dubbio valore, e purtroppo gli strumenti musicali sono sempre meno, anzi, sono quasi spariti da circa un decennio, nel sottobosco la musica di qualità resiste. Certo, non conquista le classifiche, non guadagna milioni di visualizzazioni e difficilmente passa in radio o in televisione, ma c’è, basta solo cercarla.
In Italia, ad esempio, c’è una lunga tradizione jazz, già dall’epoca del fascismo, quando i gruppi jazz erano sottoposti a censura e dovevano tradurre i testi americani in italiano e dovevano “italianizzare” anche la musica. Oggi la situazione è diversa, ovviamente, e il jazz viene suonato nei piccoli locali, ma ci sono tante band da ascoltare e ammirare. Ne elenchiamo giusto qualcuna, così come avevamo parlato dei gruppi blues.
Il trio Acoustic Time, ad esempio, è un gruppo validissimo. Il loro amonimo album è una chicca elegantissima e raffinata, dove la calda voce di Antonella Vitale seduce l’ascoltatore e lo culla attraverso 14 brani cover riletti in chiave jazz. “Memorie del Principio” di Theo Allegretti può essere definito un album “filosofico”, i cui titoli richiamano gli antichi filosofi. Si tratta di un viaggio attraverso il pensiero filosofico dalla grandissima atmosfera.
I grandi album del sottobosco jazz italiano
Theo Allegretti è un grande musicista, in carriera è riuscito a elaborare uno stile molto personale che mescola jazz e folk. Altro disco molto interessante è “Rosmarinus” della Band del Bukò, un album dal potente significato allegorico, disposto su otto tracce di assoluto valore, che mescolano diverse tradizioni, come quella napoletana, quella kosovara, e molto altro ancora.
“Upright Tales” di Rosa Brunello Y Los Fermentos è il secondo album della contrabbassista veneziana Rosa Brunello. 11 brani deliziosi, affogati nel free jazz e delineati in un’atmosfera notturna. E poi possiamo citare “Barber Shop 2” di Franco Cerri, veterano della musica jazz, il quale in tardissima età ha pubblicato questo bel lavoro del 2016.
“Il grande drago” è l’opera del quartetto Cojaniz, De Mattia, Feruglio e Mansutti, tutti artisti del nord est Italia. Un album costruito sul duello tra pianoforte e flauto, con un pizzico di funk, sperimentale e moderno. Davvero bello. “Piano Tales” di Enrico Zanisi, 11 brani equilibrati, caldi, dalla grande atmosfera. “Red Basics” dei Tino Tracanna Acrobats, la band del popolare sassofonista.
Altri album davvero stimolanti sono “Barbicon” di Giulio Stracciati, “Mission Formosa” dell’omonima band dalle sonorità latine, “Sweet Sixteen” di Keptorchestra, una delle band più importanti del genere. E ancora, “Re-Edith” di Anna Granata, per un album sperimentale favoloso, che ipnotizza, oppure l’omonimo lavoro dei FunSlowrRide, collettivo di grandi musicisti.