Le grandi donne del blues a partire da Bessie Smith, l’imperatrice indiscussa

 

Storie, miti e leggende delle donne che hanno fatto il blues. Dalle ribelli della Harlem degli anni ’20, passando per mostri sacri come Janis Joplin, fino ai nostri giorni.

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Le donne che hanno fatto la storia del blues (Blueshouse.it)

 

Di quella musica, poi diventato vero e proprio genere musicale, nato nei campi di cotone coltivati dagli schiavi neri nel Sud degli States, le donne probabilmente erano la voce più vera e cruda che si potesse ascoltare. E parlare delle donne del blues vuol dire proprio ritornare a quegli anni là, quando tutto è nato.

Una musica e un canto di libertà che a partire dai primi decenni del Novecento diventa l’espressione di un’America ancora una volta in trasformazione, anche e soprattutto per le donne. E le donne del blues sapevano essere ribelli: erano donne, di colore, figlie o nipoti di schiavi che negli anni ’20, in cui il razzismo e il segregazionismo erano legge, imbracciavano la chitarra e cantavano l’autodeterminazione. E per un genere che da sempre era considerato del diavolo, le donne che affrontavano così la massa e il pensiero comune erano ancora una volta le streghe da far tacere.

Un silenzio che era necessario perché le donne del blues nei loro brani parlavano chiaro; raccontavano di abusi, sevizie, sopraffazioni. Ma anche il coraggio di raccontare di amori lesbici che all’epoca potevano significare il carcere. Come ha fatto Gertrude Ma’ Raney che in uno dei suoi brani più famosi dice “voglio che il mondo intero sappia” e flirta in maniera scandalosa, sfidando chiunque la ascolti. Così ha fatto anche Bessie Smith, protetta di Ma’ Raney, notoriamente bisessuale, motivo per il quale ebbe anche molti scontri violenti con il marito.

Erano gli anni 20-30 del Novecento, quelli di Harlem e della 133esima strada chiamata “Jungle Alley“, un’intera strada di locali notturni in cui si canta il blues sporco.

Imperatrici, regine e blues cosmico

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Rosetta Tharpe la madrina del rock&roll (Blueshouse.it)

 

Se Bonnie Smith è considerata l’imperatrice del blues, dobbiamo fare un salto agli Quaranta e a Sister Rosetta Tharpe per trovare la donna del blues considerata la madrina del Rock&Roll; i suoi brani hanno influenzato alcuni dei più grandi esponenti di questo genere musicale come Elvis Presley, Johnny Cash, Chuck Berry e Little Richards. Un’influenza così forte che è valso a Tharpe nel 2018 l’inserimento nella Rock&Roll Hall of Fame.

Altra grande voce del blues femminile è quella di Bonnie Raitt a cui abbiamo dedicato un articolo a parte. E come Raitt ci ricorda, per quanto questo sia un genere legato alla cultura afroamericana, il blues ha avuto e ha anche grandi esponenti tra uomini e donne bianchi.

Faremmo un torno alla musica e al suo ricordo se non citassimo tra le donne del blues anche la prima donna del rock, Janis Joplin, lei che la ribellione l’ha cantata e l’ha vissuta scappando dal Texas che le ha dato i natali verso la California in cerca di amore e libertà. La sua malinconia e lo strazio che sentiamo nella sua voce hanno spinto B.B. King a dire che “Joplin canta il blues con la stessa passione dei neri” e basta questo per essere esplicativo di quanto quel blues cosmico di Janis Joplin sia la dimostrazione di come un genere non dipende dal colore della pelle.

Le donne del blues di oggi

Ma il movimento delle donne blues non si è di certo fermato a questi mostri sacri. È andato avanti e oggi ha esponenti e rappresentati di tutto rispetto: dalla signora del blues odierno Beth Hart, voce potente graffiante, e poi anche le sorelle Amanda e Samantha Smith originarie di Kansas City hanno il blues nelle vene ed, infine, arriviamo da questa parte dell’Oceano, precisamente a Bristol, con Elles Bailey, voce da due pacchetti di sigarette al giorno e verve grintosa sono il marchio di fabbrica.

Alle donne del blues Apple Music ha dedicato un catalogo apposito; 28 brani e oltre un’ora di pura passione.

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