Le canzoni dei Led Zeppelin hanno segnato la storia della musica, dischi indimenticabili, live incendiari e attitudine blues.
Lo avevamo accennato nell’articolo dedicato alla carriera degli Aerosmith, la band di Steven Tyler è da considerare una delle prime hard rock band americane, insieme a Kiss, Grand Funk e Blue Oyster Cult. Dall’altra sponda dell’Oceano, però, l’hard rock è già esploso da 4 o 5 anni, alla fine degli anni ’60, con i “sacri 4”, considerati a tutti gli effetti i padrini del rock duro.
Black Sabbath, Deep Purple, Uriah Heep e Led Zeppelin, quattro giganti che hanno rivoluzionato la musica e il concetto stesso di rock. Sono i padrini dell’hard rock e l’antesignani dell’heavy metal, quattro modi di intendere la musica. I Sabbath hanno, di fatto, inventato il doom, con ritmiche lente e oscure, i Deep Purple sono più progressivi, gli Heep più psichedelici e fiabeschi, i Led Zeppelin sono più blues.
La carriera dei Led Zeppelin, tra rock e blues, gli inni che hanno fatto la storia
Come accennato nell’articolo sugli Aerosmith, forse la prima band in assoluto a suonare hard rock sono stati i Blue Cheer, meno conosciuti, ma importantissimi a livello storico. Il loro disco di esordio, “Vincebus Eruptum”, uscito nel gennaio 1968, ha anticipato tutti quanti. È la prima forma di rock duro, fortemente influenzata dal blues.
Qualche mese più tardi, escono “Shades of Deep Purple” dei Deep Purple, “Tons of Sobs” dei Free, e “Led Zeppelin I”, esordi clamorosi, destinati a cambiare la musica. Nell’ottobre del 1968, i Led Zeppelin entrano agli Olympic Studios di Londra, registrando in poche settimane il loro primo indimenticabile album.
Il primo capitolo degli Zeppelin viene pubblicato nei primi giorni del 1969 e sin da subito ha il grande merito di traghettare il blues verso una nuova forma. Lo avevano già fatto i Blue Cheer, i Ten Years After, i Cream e gli Yardbirds, questi ultimi due condividevano i chitarristi Eric Clapton e Jimmy Page.
Eppure, nessuna di queste band suonava così potente. E così, sono proprio i Led Zepplin ha trasformare e plasmare il blues, portandolo a un’altra dimensione, mescolandolo con la psichedelia, il folk e il proto metal.
La nascita dell’hard rock rivoluziona la musica
Ma il primo album della band è talmente intriso di blues che si becca molteplici accuse di plagio. In effetti, tanti giri di chitarra sono letteralmente rubati ai grandi bluesmen, come Willie Dixon o Howlin’ Wolf, che valgono a Page e company più di una causa legale e la fama di plagiatori. Le radici blues, dunque, sono fondamentali per capire la musica dei Led Zeppelin.
D’altronde, Page, Pant, Jones e Bonham non hanno mai fatto nulla per nasconderlo. La chitarra sfrutta tutti gli stratagemmi dell’epoca, ricalcando lo stile di Otis Rush e di Buddy Guy, mentre la voce di Robert Plant, così sensuale, acuta, a tratti frammentata, sembra rievocare lo spirito di Robert Johnson, il bluesman che ha venduto l’anima al diavolo.
Il blues ha sempre fatto parte dell’essenza dei Led Zeppelin, dal primo disco (“Led Zeppelin I”) all’ultimo (“In Through The Out Door”, ma se vogliamo “Coda”, album postumo, raccolta di inediti). La carriera della band è disseminata di pezzi blues, ne citiamo giusto qualcuno.
I brani blues della band
Nel disco di esordio, ad esempio, troviamo “You Shook Me”, cover di Willie Dixon, cantata da Muddy Waters, così come “I Can’t Quit You Baby”. Nel secondo album, “Led Zeppelin II”, troviamo “What Is and What Should Never Be” e la clamorosa “The Lemon Song”, senza contare la conclusiva “Bring It on Home”.
E che dire del terzo lavoro, “Led Zeppelin III”, il più luciferino in carriera. Tra questi solchi troviamo la viscerale “Celebration Day”, la psichedelica “Friends” e la leggendaria ballad “Since I’ve Been Loving You”. Il quarto capitolo presenta l’imponente “When the Levee Breaks”. Il seguente “Houses of the Holy” che tanto ha fatto discutere per via della sua copertina, presenta “The Ocean”, canzone dedicata ai fans della band.
Nel doppio “Physical Graffiti” troviamo la morbida “Down by the Seaside”, “Boogie with Stu” e la suadente “Black Country Woman”. In “Presence”, dove c’è l’immensa “Achilles Last Stand”, forse il brano più bello dei Led Zeppelin, abbiamo “Candy Store Rock”, mentre, nel disco “In Through the out Door”, di influenze blues troviamo i brani “Hot Dog” e l’ipnotica ballata “I’m Gonna Crowl”. In “Coda”, possiamo citare “Poor Tom”, “Darlene”, “Ozone Baby”.