Mia Martini, una delle figure più importanti della storia della musica italiana. Da dove deriva il nome d’arte? Dov’è il cognome Bertè?
Oggi parliamo di una delle più grandi cantautrici mai vissute, scomparsa troppo presto negli anni ’90: Mia Martini. Le sue canzoni hanno fatto scuola e storia, lasciando un segno indelebile nella musica leggera italiana. Una carriera che parte dall’inizio degli anni ’60 e termina, in maniera tragica, quella domenica 12 maggio 1995, trovata deceduta in casa. Cosa sia successo quella domenica rimane velato da una serie di considerazioni che negli anni hanno creato tante versioni. “Io piccola donna morirei. È l’ultima occasione per vivere” un’occasione che forse si è mai concretizzata.
Mia Martini: dalla donna al suo nome d’arte
La cantautrice nasce a Bagna Calabra il 20 settembre 1947, una data di grande valore simbolico, proprio perché la sorella più piccola, la famosa Loredana Bertè nacque il 20 settembre ma del 1950. Un legame delle due sorella che si ritrova nel loro percorso lavorativo. Loro non erano le uniche figlie, ma parliamo di una famiglia con 4 sorelle, tra cui Olivia e Leda. Tutte figlie di un uomo che sia Leda che Loredana hanno descritto negli anni così.
“era l’uomo nero delle favole” racconta Loredana di loro padre “il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno lo vedesse. Il porco che aveva in fremito. Il bastardo che sentiva un lampo di piacere […]. In canottiera, comodo e si toccava nella nostra stanza. Io e Mimì (Mia) eravamo sveglie, ma facevamo finta di dormire“. Una storia di una infanzia che ha segnato le piccole e che Mia, e tutte le altre, si sono trascinate dietro per tutta la vita.
La storia di una grande cantautrice: Mia Martini
“ho provato a conquistarlo” canta Mia parlando di suo padre “e non ci sono mai riuscita, e ho lottato per cambiarlo (ma) ci vorrebbe un’altra vita. La pazienza delle donne incomincia a quell’età“. Una storia difficile che ha affogato lentamente la cantante, che si sentiva sempre più sola e si allontanava da un mondo che la respingeva come una figura che “portava jella“. Un dolore che ha accumulato la cantante e che oggi ricordiamo, come ricordiamo quella domenica, trovata deceduta per overdose, forse dopo un litigio, forse percossa da un padre che oggi manca anche lui all’appello. Una storia che nessuno dirimerà mai.
In questo viaggio siamo qui per raccontare di lei e del suo nome d’arte. Qualcosa di più “leggero“, per quanto la vita di Mia Martini leggera non la si può definire. Come per Loredana, il cognome di Mia era Bertè ed il nome non era di certo Mia, ma Domenica. Domenica Bertè, il nome completo dell’artista che sin da piccola veniva chiamata “Mimì“, un soprannome che si porterà dietro.
Domenica, detta Mimì, poi Mia: ecco il nome d’arte
Infatti nel 1963 esordì come Mimì Bertè su etichetta CAR Juke Box. Sarà solo nel 1970 che le cose cambiano e la cantante prende delle strade che la porteranno ad essere la figura che è diventata oggi. Si parla sempre di incontri e l’incontro giusto avvenne con Alberigo Crocetta, produttore discografico e scopritore di nomi quali Patty Pravo e Mal, oltre che fondatore dell’iconico Piper. Dopo averla conosciuta decise di puntare su di lei, tuttavia era convinto che il nome non suonasse e che andava sostituito.
Crocetta decise di stravolgere il “Mimè Bertè” con la proposta “Martini“. Una scelta che oltre a risuonare bene, serviva alla cantautrice come qualcosa che si riconoscesse, in quanto il Martini, negli anni ’70, era sinonimo di aperitivo, prodotto italiano conosciuto in tutto il mondo. Ma questo non bastava e la cantante chiese si chiamarsi “Mia“, perché più vicino a Mimì e alla sua attrice preferita Mia Farrow.
Così nasce Mia Martini come nome d’arte e così nasce la cantautrice, frutto di tanto lavoro e di un percorso difficile che l’ha resa la grande artista che abbiamo oggi.