Tutti lo conoscono per le sue bellissime canzoni romantiche, ma Michael Bolton ha esordito come vocalist rock e blues.
In tutto il mondo, il grande cantante Michael Bolton è conosciuto soprattutto per le sue canzoni romantiche, che rientrano nell’easy listening e che hanno fatto innamorare milioni di donne, complice anche il fascino dell’artista. In effetti, i suoi singoli di maggior successo, nella seconda metà degli anni ’80 e nei primi anni ’90, sono decisamente morbidi ed elegantemente pop.
Parliamo di tante ballate d’amore, ma anche di rivisitazioni di brani soul, come “Sittin’ on the dock of the Bay” di Otis Redding, oppure di “When a man loves a woman” di Percy Sledge, che poi hanno dato il via alla svolta di stile, con album pop trascurabili, seppur contenenti buoni momenti. Ma la prima parte di carriera di Michael Bolton era tutt’altra cosa, orientata sul rock e sul blues. Riscopriamola.
Da sempre innamorato del soul anni ’60, dello swing e della melodia pop, Michael Bolton, a un certo punto della sua carriera, nei primi anni ’90, ha deciso di farsi sedurre delle classifiche e dalla musica facile. Un peccato, perché i suoi primi album restano tutt’oggi dei piccoli cult rock e blues che meritano di essere riscoperti.
Il primo disco solista risale addirittura al 1975, si intitola “Michael Bolotin”, il vero nome dell’artista, che lascerà solo negli anni ’80, trasformando il cognome in Bolton, appunto. Il primo album è genuino, energico, romantico ma pieno di potenza rock ’n roll, con accenni blues tipici dell’epoca. E così il suo secondo album “Everyday of My Life”, pubblicato nel 1976.
Due ottimi lavori che non ottengono però grande successo e che fanno vacillare le speranze di Bolton di sfondare nel music business. Dal 1976 al 1983, infatti, Bolton si specializza soprattutto come autore di brani per altri artisti, tra cui Laura Branigan, la stessa che aveva coverizzato “Gloria” di Umberto Tozzi e “Self Control” di Raf.
Soltanto nel 1983, Michael Bolton decide di tornare a incidere album, dopo aver effettuato il provino come vocalist nei Black Sabbath, orfani di Ronnie James Dio, a sua volta subentrato al posto di Ozzy Osbourne. Non viene preso, e allora ricomincia la carriera con l’album “Michael Bolton”, del 1983, forse il migliore in assoluto, che verte su sonorità AOR, ossia Adult Oriented Rock, il rock radiofonico che imperverserà per tutti gli anni ’80.
Il disco ottiene un buon successo di vendite, è fresco, energico e valorizza la grande potenza vocale e il timbro ruvido dell’artista. Saranno ottimi anche i seguenti “Everybody’s Crazy”, “The Hunger” e “Soul Provider”. Questi ultimi due registrati dopo che Bolton tenterà di entrare nei leggendari Journey, tra i più grandi della storia in campo AOR, per sostituire il dimissionario Steve Perry, uscito dalla band per avviare la sua carriera solista.
Con l’album “Time Love & Tenderness”, uscito nel 1991, invece, si segna la svolta in carriera, con suoni più pop, funk e soul, e numerose ballate in scaletta. Come si può ascoltare dai brani allegati, la musica Michael Bolton ha radici rock, hard rock e blues, e inoltre suggerisce la passione del cantante verso il rock duro e l’heavy Metal, dato i provini fatti nel corso degli anni alcuni brani potenti.
Tra l’altro, alla fine degli anni ’70, lo stesso aveva messo in piedi una rock band, chiamata Blackjack, insieme al chitarrista Bruce Kulick, futuro membro dei Kiss, con cui registra due album misconosciuti.
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