Mettendo della musica di sottofondo possiamo concentrarci meglio sulle attività: meglio quella cantata o solo suonata?
La musica svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita. Ogni giorno, infatti, siamo esposti a stimoli musicali di vario genere, che sia tramite la radio o tramite la nostra lista di brani preferiti da ascoltare in cuffia. Il fatto che la musica sia diventata più “trasportabile“, infatti, ci permette di accedervi come e quando vogliamo.
Per questo ci accompagna sia nello svago, ad esempio durante l’attività fisica, che nei momenti in cui ci viene richiesto di concentrarci. Molti studenti, ad esempio, trovano di aiuto avere della musica di sottofondo per focalizzarsi sull’apprendimento delle nozioni, ma in alcuni casi può sorgere un dubbio sull’efficacia di mischiare musica e studio.
La musica cantata aiuta a concentrarsi? No, meglio quella solo suonata
Quando lo scopo è concentrarsi, quindi, è meglio ascoltare musica cantata o solo suonata? La risposta a questa domanda giunge da una serie di studi effettuati da esperti psicologi e non solo. Innanzitutto è bene distinguere il tipo di musica da ascoltare in base all’attività che dobbiamo svolgere. Sul posto di lavoro, ad esempio, con grande probabilità dovremo concentrarci su mansioni specifiche, che necessiteranno di un fondo musicale privo di testo.
Secondo uno studio pubblicato sulla National Library of Medicine, infatti, il testo dei brani potrebbe andare a creare un miscuglio di parole in testa. Meglio dunque prediligere la musica classica, oppure, nel caso avessimo bisogno di seguire un ritmo cadenzato, una base hip hop dal ritmo sostenuto.
Immagini mentali più vivide grazie alla musica
Anche nel caso fossimo alle prese con una sessione di studio potremmo trarre beneficio da una base musicale di accompagnamento. Secondo uno studio pubblicato su Psychology of Music, sia nei più giovani che negli adulti la musica può aiutare nella memorizzazione di alcune nozioni. Non è un segreto, infatti, che essa vada ad agire su aree del cervello preposte alla creazione di immagini mentali e, in particolare, sulla memoria eidetica.
In altre parole la musica può aiutarci a creare delle immagini mentali più vivide, come accade ad esempio quando un brano ci si fissa in testa e non vuole più andarsene. Questo fenomeno, definito earworm (verme nell’orecchio), dipende non solo da alcune caratteristiche musicali dei brani, ma anche dal funzionamento della nostra memoria a breve termine. E anche dal bombardamento di tormentoni che subiamo dalla radio!