La musica ha un potere trascinante che induce a ballare, perché ascoltare determinati pezzi ci spinge a muoverci? Risponde la scienza.
Il potere della musica è infinito, poiché è un’arte che entra a contatto con la profondità del nostro animo, strettamente connessa con la nostra essenza, le nostre emozioni. All’ascolto di un particolare ritmo, il nostro corpo ha una reazione. La reazione, durante un ascolto musicale, è sia fisica che mentale. Questa reazione è mossa da un’elaborazione cerebrale.
Come hanno scoperto i ricercatori, l’elaborazione cerebrale mette in contattato ascolto e movimento. Per accertare questo punto di contatto, i ricercatori del Dartmouth College, negli Stati Uniti, hanno svolto un esperimento, prendendo un campione di 50 studenti e dividendoli in due gruppi di 25. A ogni ragazzo è stato chiesto di associare le proprie emozioni alla musica e al movimento. Come è stato organizzato il test?
La correlazione tra ascolto musicale e il movimento: perché ascoltare musica ci spinge a muoverci
Il test è stato organizzato in questo modo: 25 ragazzi hanno dovuto associare le proprie emozioni alle note di in pianoforte. Gli altri 25 studenti, invece, hanno dovuto associare le emozioni al movimento di una pallina animata. In tutti e due i casi, l’intensità della musica e del movimento era regolata dai ragazzi attraverso un cursore.
Che cosa hanno scoperto i ricercatori? Entrambi i gruppi di studenti avevano fissato i cursori agli stessi livelli. Lo stesso test, effettuato però in Cambogia, qualche giorno dopo, ha dato lo stesso esito. La posizione dei cursori è risultata quasi identica. Ciò evidenzia un coinvolgimento universale dell’uomo di un substrato neurale comune.
Si tratta di trasferire le stesse emozioni scaturite dall’ascolto musicale e dal movimento. Sono le emozioni che inducono a muoversi, ma anche il movimento è legato a determinate emozioni. Una spiegazione più approfondita, invece, arriva dal neuroscienziato Robert Zatorrem, dell’Università BRAMS della McGill di Montreal.
Il ritmo musicale atavico dell’essere umano
Come spiega l’esperto, i bambini, non appena sono in grado di stare in posizione eretta, iniziano a ballare istintivamente appena sentono musica ritmata. Si tratta di un’esperienza che mette in moto alcuni meccanismi del cervello in fase di sviluppo. I meccanismi cerebrali collegano suono e movimento, sono istintivi nell’uomo e fanno parte del nostro linguaggio.
Sviluppare abilità musicali, ancora prima di sviluppare un linguaggio, aiuta i futuri musicisti. Come afferma lo stesso Zatorrem, chi inizia a studiare musica prima dei sette anni, è sicuramente favorito nel percepire melodie e nel riprodurre ritmi. I musicisti precoci hanno alcune aree del cervello maggiormente sviluppate, perciò la formazione musicale influisce sul cervello.
Ma il neuroscienziato riferisce anche che anche le persone che ascoltano passivamente la musica, innescano dei meccanismi particolari nel cervello. Alcuni ritmi spingono a muovere il corpo, generando una sorta di desiderio di movimento. Insomma, certe sonorità inducono a ballare. I musicisti chiamo questa esperienza “groove musicale”.
Tra l’altro, il desiderio di ballare, di muoversi, come ipotizzati e in stato di trance, mentre si ascoltano determinati ritmi, fa parte della natura dell’uomo. Una natura tribale, dove gli esseri umani si sentono più vicini tra loro. È una specie di sincronismo umano che ci rende più empatici e socievoli, appartenenti a un gruppo. Altre ritmiche, invece, hanno scientificamente un potere rilassante.