Sono in fissa con Sanremo e amano gli interpreti della musica leggera italiana degli anni Ottanta, ma perché i russi li ascoltano? Svelato il mistero.
Al Bano e Romina, i Ricchi e Poveri, Umberto Tozzi e poi Toto Cutugno quindi Pupo e potremmo continuare con una lista ancora molto lunga. Sono gli artisti italiani amati dalla Russia; non hanno in comune solo quella di aver scritto, inciso e interpretato alcuni dei brani più iconici della musica italiana sono e restano gli artisti che hanno conquistato il cuore sovietico. Perché oggi parliamo principalmente di Russia, ma quando questi artisti sono diventati famosi in quelle terre lontane il territorio era molto più vasto e comprendeva l’Ucraina, per esempio, ma c’è anche il Kazakistan e tutti quei Pesi limitrofi che hanno orbitato sull’asse sovietico.
Artisti che qui hanno vissuto un lento ma inesorabile declino -ripresa a parte dei Ricchi e Poveri dopo il Sanremo 2024 diventati i vero tormento della kermesse anche tra i giovanissimi- e che invece in quella parte di mondo conoscono ancora un successo sconfinato.
Un amore così appassionato per questa arte italiana tanto da decidere di creare una versione russa del festival dei festival italiano: Sanremo. Ma perché la Russia e il mondo sovietico amano così tanto l’Italia pop degli Anni Ottanta?
Perché la Russia ama la musica italiana degli Anni ’80? Centra la storia
C’è da dire che l’amore della Russia per il nostro Paese ha radici lontanissime; parte dal Medioevo quando lo zar Ivan III detto Il Grande chiama alla sua corte l’architetto Aristotele Fioravanti, qui da noi praticamente sconosciuto, e gli affida i lavori per la realizzazione del Cremlino. Del resto siamo sempre stati e continuiamo ad essere sinonimo di bellezza nel mondo, una sorta di Made in Italy quando questo concetto ancora non esisteva.
Ma è solo nel Dopoguerra che questo amore infinito per la cultura pop sfocia in quello che conosciamo ancora noi oggi. Ma perché? Perché la Guerra Fredda aveva creato due fazioni del mondo e mentre la cultura occidentale esaltava Elvis e i Beatles, quella sovietica doveva trovare le proprie icone pop.
Tutto merito della leggerezza italiana
A questo la domanda da porsi sarebbe perché proprio l’Italia se anche il nostro Paese faceva parte del blocco occidentale? La risposta si cela ne concetto stesso di musica leggera italiana. I brani prodotti in Italia erano tollerati dal regime sovietico perché non provavano ad inculcare alcuna idea politica.
Non c’era ideologia in quei brani e non a casa diventarono popolari e sono ancora molto amati artisti che nelle loro canzoni parlano di amore, di come si raggiunge la felicità o di che cosa ne sarà dopo un amore finito. Insomma è tutto merito di quella leggerezza italiana che si ritrova nelle canzoni di quel periodo, un po’ (tanto) distante dalla musica dai testi impegnati che guarda caso in Russia non ha sfondato.