Fabrizio De André è un’icona senza tempo: considerato non solo un cantante, ma un vero e proprio poeta, il cantautore genovese ha scritto la storia della musica italiana, lasciando un segno indelebile con i suoi brani. Si tratta di capolavori intramontabili: scopriamone alcuni non così conosciuti dalle masse.
Mito intramontabile, Fabrizio De André è scomparso 25 anni, ma le sue canzoni sono eterne, considerate dei capolavori capaci di scrivere la storia della musica italiana. Il re dei cantautori italiani, si è spento l’11 gennaio del 1999 a Milano – dopo anni di lotta contro un cancro – lasciando un vuoto incolmabile nel mondo cantautorale. Considerato un vero e proprio poeta, l’artista di origini genovesi ha dato vita a opere dal valore inestimabile, ascoltate di generazione in generazione.
Fin da ragazzino con una forte sensibilità artistica, De André si è avvicinato alla musica in gioventù, periodo in cui studia il violino e la chitarra. Dapprima forma un gruppo country e jazz, per poi avvicinarsi alla canzone francese prendendo la strada da solista. Mentre tenta di prendere la laurea in giurisprudenza – che molla a 6 esami dalla laurea – muove i primi passi nella musica, con il suo debutto nel 1958 grazie al disco “Nuvole Barocche”. Grande amico di Paolo Villaggio, anche lui genovese doc, la grande fama arriva quando Mina incide il suo brano “La Canzone di Marinella”. Da allora Faber, il suo soprannome, sforna un successo dietro l’altro (qui trovi un retroscena sull’iconico artista).
Se ci sono canzoni di De André senza tempo, del calibro di “Bocca di Rosa” e “Il pescatore”, altri brani sono meno conosciuti, ma veri e propri capolavori.
Tra questi per esempio spicca “Il suonatore Jones”, canzone nel 1971 parte del quarto album “Non al denaro non all’amore né al cielo” inciso da De André all’epoca dei suoi 31 anni. La canzone è dedicata a tutti i sognatori e musicisti: il brano è autobiografico visto che lui si rivede nella figura di Jones un violinista-flautista (qui trovi un approfondimento su una passione particolare dell’artista).
Un capolavoro assoluto di De Andrè è “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers”, suo 14esimo brano scritto a quattro mani con il grande amico Villaggio e parte del suo primo album “Volume I” pubblicato nel 1967. La canzone narra la storia di Re Carlo che dopo aver vinto la guerra ritorna vincitore in patria.
Altro brano iconico conosciuto dagli appassionati esperti del cantautore genovese, è “Sally” scritto nel 1978, dopo la lettura di Di Andrè del capolavoro “Cent’anni di solitudine”, e dalle sonorità più elaborate.
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