“Sweet Home Chicago” è uno dei brani blues più celebri della storia, suonato da centinaia di artisti nel tempo: di cosa parla il testo?
Costruito nella forma più classica del blues, ossia distribuito su dodici battute, il brano “Sweet Home Chicago” è uno dei blues più popolari della storia della musica. Nel corso del tempo, infatti, è stato suonato e coverizzato da centinaia di musicisti, le cui origini sono ignote. Secondo la tradizione, sarebbe un pezzo composto negli anni ’30 e accreditato a Robert Johnson.
Il bluesman Robert Johnson, considerato il padre del blues moderno, è una figura leggendaria, legata dalla cittadina di Clarksdale. Morto giovane, all’età di 27 anni, Johnson, secondo la leggenda, fece un patto con il diavolo, in cambio di popolarità e successo. Nel corso del tempo, “Sweet Home Chicago” è diventato un inno alla città, e identifica proprio il “blues di Chicago”, di cui Muddy Waters ne è diventato il padrino.
Il significato del testo del brano blues “Sweet Home Chicago”, uno dei pezzi più famosi al mondo
Nonostante sia considerato un inno alla città di Chicago, la canzone è una versione riadattata di “Kokomo Blues”, altra brano suonato da musicisti come Scrapper Blackwell, Madlyn Davis e James Arnold. Si tratta, anche in questo caso, di un brano inciso negli anni ’30, che ebbe un successo clamoroso in tutto l’ambiente musicale nero.
In realtà, la primissima versione risale addirittura al 1928, dedicata dallo stesso Blackwell alla cittadina di Kokomo, in Indiana, popolare per i suoi numerosi incroci stradali gestiti da tantissimi semafori. Si trattava, inoltre, di una cittadina crocevia di scambi commerciali. Da lì, numerosi camion, ogni giorno, transitavano, rispettando appunto di semafori.
Tuttavia, l’immortalità di “Kokomo Blues” divenne concreta quando Robert Johnson registrò la sua versione, cambiando il titolo in “Sweet Home Chicago”. Johnson, però, morì prima di godersi il successo. Il bluesman divenne un mito della musica, e così alcuni dei suoi brani. “Sweet Home Chicago” fu registrata nel 1936, pubblicata dall’etichetta Vocalion Records.
Di cosa parla la canzone blues per eccellenza
Inizialmente, il singolo non vendette molto, e l’etichetta lo stampò in edizione limitata. Dopo la morte di Johnson, però, il brano prese il volo, entrando nelle case di tutti gli americani, e poi in quelle di tutto il mondo. Ma di cosa parla il testo? Le liriche sono un poco ambigue, perché si fa riferimento alla California, che non c’entra nulla con Chicago.
Il musicista invoca l’amore, cerca di sedurre una ragazza, la invita a partire cui per la California. Secondo alcuni critici, fu lo stesso Johnson a fraintendere e a commettere l’errore geografico. Cosa plausibile, all’epoca, specialmente per gente di colore, povera, e che non aveva mai viaggiato. Tuttavia, in tanti contestano l’errore, affermando che Johnson non fosse così sprovveduto.
Quello che rivela la canzone è, probabilmente, una metafora, secondo la quale la California identificherebbe la Terra Promessa, il Paradiso. La California, dunque, è un concetto che identifica libertà e uguaglianza. In un periodo delicato come l’era del proibizionismo, il razzismo imperante, la Grande Depressione, la povertà delle cittadine del Mississippi, ciò non sarebbe un concetto scontato.
Tra l’altro, come fanno notare altri, Johnson potrebbe descrivere una sorta di viaggio, perché nel testo cita anche altre città e Stati, come l’Iowa. Dunque, in realtà chiede alla donna di viaggiare con lui, facendo il giro degli Statu Uniti, per poi raggiungere la cara dolce Chicago, meta del loro amore, e fucina di nuovi artisti e di musica freschissima.