Il cantante Irama si è comportato bene al festival di Sanremo, portando un ottimo brano, “Tu no”, arrivato quinto in classifica.
Ha preso parte per la quarta volta al Festival di Sanremo, portando un ottimo brano, intitolato “Tu no”, intenso, profondo, dalla melodia più che classica. In mezzo a tanta trap e dance-pop, Irama ha scelto di portare in gara una canzone classica, nella tradizione italiana. Il cantante, uscito da Amici nel 2017, si è comportato bene sul palco, ottenendo grande successo.
Nonostante la bontà del brano, Irama si è classificato quinto, arrivando in finale. Un piazzamento più che dignitoso, che ha lasciato l’amaro in bocca in tutti i suoi ammiratori. Alla fine, la gara conta fino a un certo punto, quello che conta maggiormente è il pubblico, e Irama è uno dei cantanti più ascoltati in assoluto, tanto da dominare le classifiche streaming.
Sei album in studio, milioni di follower, nonostante la giovane età, 28 anni, Irama è uno dei cantanti più amati dalle nuove generazioni. Durante le partecipazioni ai festival sanremesi, il cantante monzese si è sempre piazzato bene. “La ragazza con il cuore di latta”, canzone presentata nel 2019, aveva raggiunto il settimo posto, “La genesi del tuo colore”, nel 2021 si era piazzata al quinto posto.
L’ultima partecipazione era stata nel 2022, con il brano “Ovunque sarai”, arrivata quarta. Insomma, Irama è sempre lì, ai primi posti, e chissà se prima o poi trionferà. Bisogna ammettere che il ragazzo, oltre a sfornare canzoncine estive poco impegnate, quando vuole sa scrivere ottime ballate, proprio come quelle portate in gara a Sanremo, e proprio come “Tu no”, presentata all’Ariston qualche giorno fa.
Questa volta, come ha ammesso lo stesso cantante, ha preferito focalizzarsi sull’importanza delle parole. Inoltre, come si è potuto osservare durante il festival, Irama ha portato con sé due oggetti: il filo rosso attorno al polso destro e una collana con un ciondolo stretta nella mano sinistra. Sono due simboli che danno maggiore potenza al testo della canzone.
“Quando non c’eri e non stavo in piedi, avrei voluto aggrapparmi a un ricordo, soltanto per vivere, e griderò forte, ma non starò meglio”. Come ha ammesso Irama, la canzone è molto semplice, è una verità sbattuta in faccia e che affronta il tema della distanza. Sin dal primo verso si percepisce il senso di vuoto emotivo, di nostalgia per il vuoto lasciato da una persona.
Il filo rosso al polso è legato a un leggenda giapponese, il cui filo indicherebbe proprio il destino di una persona. Ogni persona, sin dalla nascita, sarebbe legata a un filo rosso, invisibile, legato al mignolo della mano, e che la collega direttamente all’anima gemella. A proposito di questa leggenda, guardate il film capolavoro di Takeshi Kitano “Dolls”.
“Cercavi un modo per proteggermi, però non c’eri, quando volevo che tu fossi qui. Bastasse solo una stupida canzone per riuscire a riportarti da me”. Il brano di Sanremo anticipa un progetto musicale più ampio, e fa intravedere anche le sonorità del nuovo album, lasciando molto spazio alle parole.
Le canzoni del nuovo lavoro sarebbero dunque connesse da questo invisibile filo rosso. La collana, invece, rappresenta un ricordo personale, forse legato a una persona scomparsa, ma Irama non ha voluto spiegare il suo simbolismo.
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