Durante un recente intervista, il cantante degli U2 Bono svela la sua canzone preferita: una sorpresa per tutti i fan.
Chi è fan degli U2, una delle più grandi rock band della storia, lo sa bene: le loro canzoni godono di una connessione spirituale. Le lodi a un’entità superiore, la forza religiosa, dei brani degli U2, sono visti un po’ come preghiere di Bono rivolte a Dio. È lo stesso vocalist a spiegare il tema delle sue canzoni, ne ha sempre parlato, sin dalle prime interviste, e lo ha sottolineato nella recente autobiografia “Surrender: 40 canzoni, una storia”.
Nel suo libro, Bono si mette a nudo, parla come fosse un amico, raccontando la sua vita e la sua filosofia, ma anche mettendo i luce le grandi contraddizioni del rock e della sua anima, a metà tra Santo e Ribelle. Aspetto religioso, determinato dall’ambiente in cui è cresciuto, e aspetto selvaggio, che si uniscono in un vincolo sacro e affascinante, che in quasi 45 anni di carriera ha sedotto milioni di ascoltatori.
La canzone preferita di Bono degli U2: “Le parole nel rock hanno un grande significato”
“Nel mondo del rock ’n’ roll le parole hanno un grande significato, e io vengo da quel mondo” scrive nella sua biografia. I testi di Bono sono sempre profondi, ricercati, mai banali. Non a caso, ne fanno uno dei migliori songwriter al mondo. I testi degli U2 sono incredibili, ricchi di sfumature, inducono a riflettere. Godono di una maturità che è sempre stata loro, sin dagli esordi.
Già il primo album della band irlandese, il leggendario “Boy” (1980), con il volto del piccolo Peter Rowen in copertina, esprimeva una profondità incredibile. Le liriche di questo magistrale album post punk raccontano i dubbi legati alla crescita, i timori del diventare adulti, il passaggio delicato e traumatico dall’adolescenza all’età adulta. Il messaggio veicolato dai brani degli U2 è sempre potente, è sempre disperato.
“La musica può cambiare il mondo. La musica può cambiare le persone”, scrive Bono. Recentemente, dato il clamore suscitato delle esibizioni della band nella Sfera di Las Vegas, con spettacoli futuristici incredibili, e che riportano indietro di 30 anni, a quello che ancora oggi viene ricordato come il più grande tour della storia della musica, lo ZooTv, uno spettacolo mediatico che ha cambiato il concetto di musica dal vivo, e il rilascio del nuovo singolo “Atomic City”, si è tornati a parare di U2.
Il brano che ha accompagnato Bono per tutta la vita
Se il nuovo brano, che omaggia “Call Me” dei Blondie e rievoca gli esperimenti atomici affrontati proprio nei dintorni di Las Vegas, in Nevada, è stato presentato a fine settembre, Bono ha parlato dei brani che hanno fatto parte della sua vita, e che sono molto importanti per lui. Tra questi, lo sappiamo, ci sono “Love Will tear us apart” dei Joy Division, “Hurt” di Johnny Cash, “Most of the time” di Bob Dylan, “Into my arms” di Nick Cave, oppure “Life on Mars?” di David Bowie, e tanti altri.
Ma, a sorpresa, c’è un brano dei Beatles che Bono cita come suo preferito. E non si tratta di uno dei tanti brani strafamosi della leggendaria band di Liverpool. Il titolo è “I saw her standing there”, e il cantante la descrive come “divertente senza essere ridicola, è adolescenziale ma eterna. Non c’è mai stato un testo migliore nel rock”.
In questo brano, Paul McCartney (recentemente tornato in classifica con il nuovo brano dei Beatles “Now and Then”) racconta del colpo di fulmine di due ragazzi su una pista da ballo. “Mi sono sempre interrogato su chi fosse la ragazza sulla pista da ballo” ammette bono, “poi ho capito di chi stesse parlando Paul: la libertà, la sua, la nostra, è la libertà del rock ’n’ roll, libertà politica, sessuale e spirituale”.