Zucchero ci lascia sempre con qualche pensiero in testa dopo aver sentito alcuni dei suoi pezzi, andiamo a vedere alcuni di questi
Zucchero è il nostro bluesman di fiducia, anche se non si può esattamente definire il suo genere blues. Il cantante è più un maestro dei collage canori. Un genio del cavalcare i vari generi e creare qualcosa di nuovo. Sul web recentemente è stato associato ad una simpatica analogia. Più che blues il suo genere è stato definito “sblues”. Di base si riferisce ala sua capacita di avvicinarsi molto al genere, senza però coglierlo completamente.
A lui sembra bastare infilare la parola blues in una canzone si e nell’altra pure, per potersi avvicinare al genere. Ma scherzi a parte, forse è arrivato il momento di andare a vedere i pezzi più iconici di uno dei cantanti Italiani. Uno di quelli che lasciano più discutere il panorama musicale. La prima della nostra lista è “Una notte che vola via”, canzone arrivata penultima a Sanremo. Davanti “solo” ad un altro demone tormentato che però continua ad incendiare gli stadi, il solo ed unico Vasco Rossi. Anche lui notoriamente arrivato ultimo in quella specifica edizione. Dettagli che oltre a riflettere fanno anche abbastanza ridere.
Zucchero e il suo modo di creare il nuovo
Una canzone d’amore piena di tante piccole citazioni al panorama melodico italiano. A partire dallo stesso inizio con una progressione armonica che ricorda vagamente Dalla, un bel ritornello alla giro di Do di Tozzi qualche tocco di Battisiti negli echi. Il secondo Brano che consigliamo di ascoltare è “Tempo ne avrai”. Anche questa iperfornita di varie citazioni cantautorali. Molto più elettropop di tante altre pietre miliari della sua discografia.
Il terzo che portiamo alla luce è uno di quei pezzi che ti fa veramente domandare se hai messo la canzone giusta, perché il suo intro ricorda spaventosamente “Io canto” del grande Cocciante. Ma non necessariamente questo è un male, “Come l’aria” è una delle tante dimostrazioni del suo talento nel fare mix di generi, alla ricerca di qualcosa di suo. Qualche piccolo furto poetico al fine di creare qualcosa di nuovo, alla fine signori, le note sono quelle, ci si può fare poco. In tutto i mondo sono state tutte usate così tante volte da non rendere quasi possibile una reale originalità.
Certo, in alcuni casi, questi casi sono più eclatanti di altri, come questa canzone ci ricorda un po’ troppo spesso forse. Ascoltatela e soffermatevi sul ritornello, poi, se avete un orecchio allenato, consigliamo di spostarvi su qualcosa di più noto e di gettarvi direttamente tra le braccia di Battisti in “La canzone del sole“. Difficilmente tra i lettori ci sarà qualcuno che non la consce, ma potrebbe comunque essere sfuggita la somiglianza nel giro d’archi del ritornello nella canzone di Zucchero.