C’è una strada per Imma Polese e famiglia da percorrere – la sola ormai disponibile – per riuscire a mantenere le redini del Castello delle Cerimonie. Di cosa si tratta.
Castello delle Cerimonie, la situazione sta andando incontro ad una svolta dopo la nuova possibilità emersa nei giorni scorsi. La Sonrisa, struttura che esiste dal 1979 e che era diventata famosa proprio con il nome di “Castello delle Cerimonie” grazie all’omonimo reality show di Real Time (in precedenza si chiamava “Il Boss delle Cerimonie, n.d.r.”) si trova sotto sequestro sin dalla metà dello scorso mese di febbraio.
Il tutto avvenne a seguito di una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, a margine di una situazione che si protraeva già da svariati anni. E che vedeva il Castello delle Cerimonie coinvolto in un caso di massiccio abuso edilizio.
Più nello specifico il reato contestato alla famiglia Polese è quello di lottizzazione abusiva. Cosa che ha visto la stessa famiglia in un primo momento reagire in maniera veemente, con anche l’annunciata intenzione di volere inoltrare un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Ma c’è molto poco che i fondatori e proprietari del Castello delle Cerimonie possono fare. Almeno fino a questo momento. Infatti da pochissimi giorni è spuntata fuori una pista da perseguire per cercare di potere garantire il proseguimento dell’attività.
La famosa struttura del settore ricettivo ed alberghiero (La Sonrisa è un ristorante con annesso hotel) che sorge a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, è importantissima nel novero dell’economia locale. Sono in tantissimi a lavorare lì, sia da dipendenti fissi che stagionali.
E tutte quante queste persone vedono minacciata la loro serenità, con il rischio di un licenziamento che appare concreto come non mai. Fino ad oggi le alternative erano rappresentate o dall’abbattimento in toto del Castello delle Cerimonie o dalla trasformazione dello stesso in una opera di pubblica utilità.
Cosa che vedrebbe i Polese non più come legittimi proprietari e tagliati fuori dalla gestione della struttura. Il nuovo proprietario diverrebbe il Comune di Sant’Antonio Abate, che assegnerebbe La Sonrisa a dei nuovi soggetti mediante bando pubblico. E sempre nell’ambito del discorso di assegnazione della attività per pubblica utilità.
Adesso però è emersa una ulteriore opzione, che vedrebbe i Polese dovere pagare un canone di locazione per potere esercitare almeno fino a giugno. Perché proprio giugno? Perché in tale mese verrà rinnovata la locale amministrazione comunale.
Dopo l’esito delle elezioni la giunta, che potrebbe vedere la attuale sindaca Ilaria Abagnale in carica oppure una nuova figura, potrà concentrarsi sulla questione. Fino ad allora i Polese, pagando un canone apposito, il cui importo verrà stabilito da una apposita perizia, potranno restare aperti.
Poi però andrà presa una decisione. Le elezioni amministrative a Sant’Antonio Abate avranno luogo l’8 e 9 giugno prossimi, in concomitanza con le elezioni europee. Proprio la sindaca Abagnale ha parlato della cosa, parlando di un “canone di occupazione da corrispondere per compensare la non legittimità dell’immobile in questione”.
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