La situazione del Castello delle Cerimonie è in stallo ma le autorità locali stanno lavorando per impedire epiloghi anche peggiori.
Per il Castello delle Cerimonie è finita, almeno per quanto riguarda l’attività che per anni ha dominato le scene dei festeggiamenti nel territorio di Napoli. La struttura fondata e guidata dalla famiglia Polese dal 1979 in poi rappresentava per molti il luogo dei sogni dove potere celebrare eventi di varia natura.
Matrimoni, battesimi, feste di laurea, diciottesimi compleanni ed altri appuntamenti significativi hanno visto migliaia di persone stappare lo spumante e ballare negli immensi saloni del Castello delle Cerimonie. È stato così fino allo scorso mese di febbraio, quando infine ai Polese è stata certificata l’ordinanza di sequestro.
La struttura non appartiene più a loro ma è ora nelle mani dell’amministrazione comunale di Sant’Antonio Abate. Il tutto si è reso necessario dopo che la magistratura ha riscontrato delle violazioni delle norme in ambito edilizio. In base alla legge, chi compie questi illeciti si vede togliere la proprietà della struttura o delle strutture coinvolte.
Questo è successo nel caso del Castello delle Cerimonie, per il quale ci sono due possibili soluzioni all’orizzonte. Una consiste nell’abbattimento, l’altra nell’organizzare un bando pubblico per trovare dei nuovi soggetti cui concedere La Sonrisa. Allo scopo poi di fare della stessa una opera di pubblica utilità.
Sembra essere proprio quest’ultima la volontà di tutte le parti in causa, tra l’amministrazione comunale di Sant’Antonio Abate capeggiata dalla sindaca Ilaria Abagnale, il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ed altri esponenti politici.
Contro la notifica di confisca subita, la famiglia Polese può fare poco o niente. Nei primissimi giorni dopo la disposizione dell’autorità giudiziaria in relazione alla notifica del sequestro per la confermata lottizzazione abusiva, Imma Polese e parenti avevano fatto sapere di volere inoltrare ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo.
I Polese risultano titolari di altre strutture analoghe attive nell’ambito della ristorazione e della ricettività. Il fatto è che ci sia da tempo la sensazione che, a pagare lo scotto più elevato, saranno i lavoratori del Castello delle Cerimonie.
Da anni ed anni tante famiglie fanno affidamento su quella struttura, che dal punto di vista economico è molto importante non solo per la località di Sant’Antonio Abate. Ci sono anche altri Comuni circostanti che fanno affidamento sulla capacità de La Sonrisa di smuovere un importante flusso di denaro.
La situazione di tutte queste persone, almeno 250 individui, resta incerta. Anche se la sindaca Abagnale ed il prefetto Di Bari hanno garantito che verrà fatto il possibile per tutelare ognuno di loro. E per impedire che anche solo una singola persona resti senza lavoro. Intanto però fioccano le disdette. Dopo quanto accaduto nessuno vuole avere brutte sorprese e spendere soldi a vuoto.
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