Il nome che viene in mente a tanti anche ad un secolo di distanza alla domanda “Chi è il re del blues?” è solo uno. Morì giovane e la sua vita è stata tutta una leggenda.
Chi è il re del blues? Molti attribuiscono questo titolo simbolico a BB King, chitarrista leggendario vissuto tra 1925 e 2015. Ma per altri la vera divinità è in assoluto Robert Johnson, anche in virtù della sua brevissima vita. Lui infatti visse tra il 1911 ed il 1938 e riguardo alla sua morte molti aspetti sono assolutamente poco chiari e sfociano addirittura nella leggenda. Così come i soli 27 anni di carriera di Robert Johnson, che si dice avesse stretto un patto con il diavolo talmente era bravo con la voce, con la chitarra e con l’armonica.
Altri grandi della musica come Bob Dylan ed Eric Clapton affermarono di essere stati stregati da lui. Ma chi è il re del blues? Chi è Robert Johnson? Lui è rimasto in attività dal 1929 al 1938 e le registrazioni compiute tra fine 1936 e giugno 1937 hanno influenzato decine e decine di musicisti di fama mondiale come i già citati Eric Clapton e Bob Dylan, i Rolling Stones, i Cream, Jimi Hendrix, i Led Zeppelin…ed il suo nome è annoverato tra i più grandi chitarristi di tutti i tempi e tra i migliori musicisti della storia.
Chi è il re del blues, le leggende su Robert Johnson
Si sa che Rober Johnson nacque da una relazione extraconiugale, giustificata però dal fatto che la madre venne abbandonata dal marito, che la tradì con un’altra donna. Da bambini il futuro re del blues imparò a suonare prima l’armonica e poi la chitarra. Sposò a diciotto anni una adolescente, che morì a 16 anni partorendo la loro figlia. Questo lo spinse a sfogare il proprio dolore nelle donne e nell’alcol fino al secondo matrimonio, avvenuto nel 1931. Non fu una relazione felice: tutto quanto finì molto presto perché Robert Johnson dedicava il suo tempo solo e soltanto alla musica.
E divenne talmente bravo che nacque la leggenda in merito al suo patto stretto con il diavolo, in cambio del suo talento inarrivabile. E lui sembra amasse suonare nei cimiteri, tra le tombe. Oggi interpretiamo la cosa come massima espressione di malinconia e di solitudine, ma cent’anni fa questo comportamento era visto come un qualcosa di sinistro al punto da additare Johnson come un emissario di Lucifero.
Il mistero su morte e sepoltura
E sulla morte non si sa nulla. C’è chi dice che venne ucciso accoltellato, chi che morì per il veleno, e chi che morì inginocchiato e gemendo, forse per un rito voodoo. Successe a soli 27 anni. E non si sa neanche di preciso dove venne sepolto, lui che aveva una voce acuta che metteva in risalto l’emotività dei suoi brani. Tra Greenwood, dove morì, e Quito, entrambe località del Mississippi, sorgono tre tombe che recano il suo nome. E come le vere leggende, molti aspetti della tormentata esistenza di Robert Johnson rimarranno un mistero.