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Donna Imma fatta fuori, il tremendo affondo arriva dalle autorità: non resta più nulla da fare

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Paola Saija

Circa 500 persone hanno manifestato dopo la confisca del Castello delle Cerimone di Sant’Antonio Abate: i dipendenti chiedono di poter continuare a lavorare.

Donna Imma ed il marito Matteo (Blueshouse.it)

Circa cinquecento persone si sono ritrovate a scendere in campo dopo la confisca del Castello delle Cerimone di Sant’Antonio Abate. I manifestanti hanno gridato a gran voce: “Vogliamo continuare a lavorare qui”.

In merito, è intervenuta anche la prima cittadina che ha parlato di quanto accadrà, una cosa è certa: la famiglia Polese non farà più parte del Castello delle Cerimonie. Cosa è successo e cosa ne sarà adesso dei dipendenti?

In 500 manifestano, la sindaca “Valutiamo soluzioni per i lavoratori”

Il Castello Cerimonie (Blueshouse.it)

In merito al futuro del Castello delle Cerimonie non ci sono grandi risvolti al momento, ma una cosa è certa la famiglia Polese non ne farà più parte. A confermarlo, come riporta Napoli Today, è stata la sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale.

Intanto, è arrivato un accorato appello da parte dei 500 manifestanti, tra dipendenti e familiari, che sono scesi in piazza ieri mattina per protestare dopo la confisca dell’immobile chiedendo di poter continuare a lavorare. La prima cittadina ha spiegato: “Valutiamo soluzioni per i lavoratori, ma nessuna di queste prevede la presenza degli ex titolari”.

Gli impiegati sono circa 250 e l’obiettivo della manifestazione era quello di chiedere di rimanere alla guida della Sonrisa, ad affermarlo è stata proprio una cugina di Donna Imma, stiamo parlando di Paola Greco che ha anche aggiunto: “Vogliamo, però, che vengano salvati i lavoratori. Fanno parte della nostra famiglia e devono continuare a lavorare qui”.

Le parole dei manifestanti

Sul punto si è espresso anche Davide Gaetano, dipendente che da anni lavora nel Castello: “Noi facciamo parte della famiglia Polese. Senza la famiglia Polese non esiste il Castello delle Cerimonie“.  Alcuni dei dipendenti sono stati accolti dalla prima cittadina la quale ha dichiarato che porterà le loro ragioni sui tavoli deputati, ma ha anche aggiungendo: “senza dimenticare che c’è una sentenza secondo la quale il Comune è già ora proprietario della Sonrisa. Secondo la legge può essere abbattuta, riutilizzata a fini sociali oppure affidata alla gestione di terzi” In ogni caso, la sindaca ha rassicurato che si cercherà una soluzione per i dipendenti.

Paola Saija

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