Nonostante la sentenza e la situazione in bilico nulla si ferma all’interno del Castello delle Cerimonie. Intanto i lavoratori della struttura sono scesi in piazza.
C’è una sentenza della Corte di Cassazione che, dopo più di un decennio di contenzioso, mette la parola fine al Castello delle Cerimonie: i 40mila metri quadri terreno su cui sorge il Grand Hotel de La Sonrisa con parco annesso è frutto di abusivismo edilizio. La struttura è quindi sottoposta a sequestro, ma quando la notizia si è diffusa all’interno delle mura del Castello nulla è cambiato.
Sono circolate voci all’inizio della settimana che l’Hotel- Ristorante stesse ricevendo le prime disdette, soprattutto per quanto riguarda gli eventi come matrimoni e diciottesimi in programma nei prossimi mesi, ma il quotidiano Leggo è riuscito ad entrare in contatto con uno dei 150 lavoratori della struttura che ha garantito come La Sonrisa stia lavorando a pieno regime: i clienti “chiamano, vogliono avere informazioni ed essere rassicurati, noi spieghiamo loro che non è ancora tempo di disdette“:
Si va avanti, quindi, anche se c’è quella sentenza della Corte Suprema che pende e una situazione che potrebbe cambiare nel giro di poche ore. Imma Polese, l’erede che ha in gestione oggi la struttura, non ha intenzione di fermarsi è ha già annunciato tramite avvocati che farà ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, intanto questa mattina i dipendenti sono scesi in corteo per le strade della cittadina.
Lo avevano annunciato attraverso i social nei giorni scorsi e così è stato; i dipendenti del Castello delle Cerimonie sono scesi per le strade della cittadina che affaccia sui Monti Lattari. Un segno di protesta per la difficile situazione che si è venuta a creare.
Il gruppo si è dato appuntamento nel grande cortile del Castello e da lì si sono avviati verso il Comune della cittadina che conta 20mila abitanti e per il quale proprio La Sonrisa rappresenta un importante fonte diretta e indiretta di indotto lavorativo. In 300, tra lavoratori della struttura con famiglie e collaboratori esterni, hanno marciato in tranquillità verso la Casa comunale; richiedono un incontro che una loro rappresentanza sia ricevuta dalla sindaca Ilaria Abagnale.
Proveranno a far passare le loro preoccupazioni oltre che istanze, nei giorni scorsi i media locali parlavano della richiesta di tenere aperta la struttura agli eventi almeno per i prossimi 3 anni. Presto ed è inevitabile, il Comune diventerà a tutti gli effetti proprietario di quei terreni, da qui quindi la richiesta dei lavoratori di incontrare la prima cittadina.
L’incontro tra le parti è garantito, difficile comunque che si riesca a trovare una soluzione nell’immediato. Abagnale sicuramente non potrà fare altro che riferire che, una volta giunta la notifica di sentenza, dovrà applicarla e quindi rendere effettivo il sequestro. A quel punto si dovrà aspettare il tavolo di lavoro con la Procura di Napoli per trovare una soluzione che possa salvaguardare i posti di lavoro.
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