È iniziato ieri nello stato di New York il processo sul furto di alcuni testi di Hotel California. Una vicenda piena di misteri e destinata a far parlare di sé.
Nella storia della musica ci sono album e album, e se pubblicarne uno è diventato sempre più facile tanto da poterlo fare in totale autonomia grazie allo streaming, ce ne sono alcuni che sono diventati pietre miliari di un genere e non solo. È il caso di Hotel California album degli Eagles del 1979 da cui è tratto l’omonimo singolo tra i più importanti e conosciuti della band.
Una pietra miliare appunto che per essere realizzata ha visto il lavoro incessante dei suoi autori; attimi creativi annotati su fogli e pezzi di carta, perché il genio non sa aspettare, e magarsi anche sparsi qua e là. Ecco se doveste trovare un cimelio del genere che fareste? Lo conservereste come una reliquia o lo vendereste al miglior offerente, sapendo che la cifra a cui potreste arrivare è anche di oltre 1 milione di dollari? La risposta è anche abbastanza semplice, se si è veri appassionati anche una sola strofa abbozzata su un pezzo di carta non ha un valore economico. Nel secondo caso, invece, presto potremmo scoprirlo tutti perché ieri a New York è iniziato il processo contro i 3 imputati accusati di aver rubato e tentato di rivendere alcuni testi di Hotel California.
Il furto dei testi, cos’è successo e cosa rischiano veramente gli imputati
Prima di arrivare a parlare del presente cerchiamo di capire da dove nasce questa storia. Nel 2020 3 uomini furono arrestati con l’accusa di aver rubato e provato poi a rivendere alcuni dei testi “nascosti” dell’album degli Eagles. Questi testi riguardavano le prime track scritte a mano dei brani Hotel California e Life in the fast lane, valutati a più di un milione di dollari.
Gli imputati sono tutti legati al mondo del collezionismo d’arte: Glenn Horowitz è commerciante di libri di alta fascia, Craig Inciardi è tra i curatori della Rock and Roll all of fame (da cui è stato però sospeso, ndr), ed infine, Edward Kosinski proprietario di un’azienda del New Jersey che commercia proprio memorabilia musicali. Tutti e tre hanno ricevuto diversi capi di imputazione che vanno dalla cospirazione all’appropriazione con dolo di proprietà trafugata, fino all’intralcio per il procedimento giudiziario (questo solo per Horowitz). Solo per la prima delle accuse in caso di condanna rischiano 4 anni.
Il processo
I tre comunque rigettano le accuse provando a portare la loro versione dei fatti. Secondo quanto riportato dagli avvocati, tutto è partito da Ed Sanders che, oltre ad essere fondatore dei Fugs la “prima vera band underground“, è anche poeta e scrittore. In anni non sospetti Sanders ha messo insieme materiale per una biografia sugli Eagles; il testo, mai pubblicato, sarebbe arrivato alle 900 pagine. Sarebbe stato proprio Sanders a vendere a Horowitz piccole parti di questa biografia e che tra queste ci fossero anche i testi oggi oggetto di dibattimento.
Per il procuratore però gli imputati hanno cercato di conservare e vendere questi reperti pur sapendo di non poterlo fare. E così si è arrivati al processo che, per la verità avrebbe dovuto avere luogo già nel 2021, ma i tempi della giustizia si sono allungati a causa della pandemia. La prima udienza si è tenuta ieri 21 febbraio e questa prima fase durerà almeno 10 giorni. Vedremo com’è andrà il processo, ma la storia è destinata a far parlare di sé.