Il famoso rapper milanese è finito nel mirino delle polemiche dopo l’annullamento della sua esibizione al concerto di Capodanno per i suoi testi considerati sessisti e che inneggiano alla violenza di genere: cosa è successo e dove doveva esibirsi.
Sebbene l’attenzione alla violenza contro le donne negli ultimi anni stia progredendo verso una forte sensibilizzazione attraverso campagne mediatiche e politiche, in queste ultime settimane il tema si è fatto ancora più scottante. Dopo il recente caso di Giulia Cecchettin, le mobilitazioni contro la violenza di genere e contro il sessismo sono esplose.
In questo senso è finito nel mirino anche il rapper milanese Emis Killa, il quale si sarebbe dovuto esibire come ospite al concerto di Capodanno. I testi delle sue canzoni, infatti, sono stati messi sotto tiro con il conseguente annullamento della sua partecipazione all’evento di fine anno. La censura e le accuse di sessismo non sono particolarmente piaciute al cantante, il quale ha prontamente risposto accendendo ancora di più le polemiche. Vediamo nel dettaglio cosa è successo.
Come ogni anno, anche per questo Capodanno 2023 i concerti di fine anno riempiono le piazze di tutta Italia. Dopo lo stop del 2020 dovuto alla pandemia Covid, la musica ha cominciato a risuonare tra le mura delle principali città italiane. Tra i protagonisti c’è anche Emis Killa, il quale anche lo scorso anno si era esibito al concerto di Capodanno nella città protagonista della polemica.
Stiamo parlando del comune di Ladispoli, in provincia di Roma, che per quest’anno ha deciso di annullare l’invito per Emis Killa, censurando così la sua partecipazione all’evento di fine anno. La decisione è stata presa dal sindaco leghista di Ladispoli Alessandro Grando, il quale ha comunicato attraverso un post su Facebook la scelta di annullare l’esibizione di Emis Killa in programma per il 31 dicembre 2023 “di comune accordo con tutti i soggetti coinvolti, al fine di ristabilire un clima di serenità”.
Il primo cittadino ha inoltre aggiunto che comprende “le ragioni di chi ha espresso contrarietà sul contenuto di alcuni testi, ma la nostra intenzione non è mai stata quella di veicolare messaggi sbagliati”. Dunque, dalle parole del sindaco Grando pare chiaro che la decisione è stata presa dopo la pressione ricevuta dalle critiche riguardo alla partecipazione di Emis Killa al Capodanno di Ladispoli. Ma come mai i testi del rapper sono accusati di sessismo e di inneggiare alla violenza di genere? La risposta viene dallo stesso Emis Killa.
Se la pronta reazione del sindaco di Ladispoli si è conclusa con l’annullamento dell’esibizione di Emis Killa al concerto di Capodanno, quella del rapper non è stata meno clamorosa.
Ad essere finite nell’occhio del ciclone sono state alcune strofe tratte dai brani del rapper riportate dal quotidiano La Repubblica, in particolar modo la canzone citata anche dal sindaco Grando Tre messaggi in segreteria, la cui frase “preferisco saperti morta che con un altro, vengo a spararti” è stata frutto di incomprensioni.
Se da un lato l’accusa è stata di inneggiare al femminicidio e alla violenza di genere, dall’altro il brano è in realtà una forte denuncia al tema. A spiegarlo è lo stesso cantante, il quale ha infatti replicato alle accuse attraverso un lungo messaggio pubblicato nelle sue stories su Instagram.
Per Emiliano Rudolf Giambelli, vero nome di Emis Killa, le polemiche sui testi delle sue canzoni non tengono conto del fatto che “nel pezzo non è Emiliano che parla e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire”.
Il rapper comincia il suo post spiegando come nel rap “esiste una cosa chiamata storytelling. Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia” e sottolinea come bisogna cercare “i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose”.
Nel commentare la decisione di annullare la sua partecipazione all’evento di Capodanno a Ladispoli, Emis Killa ne approfitta infatti per dire la sua: “Potete cancellare tutti i concerti che volete, bannare i rapper dalle radio, indignarvi in gruppo sui social, non cambierete così la realtà che gente come me ha il coraggio di raccontare, anche quando questo mi torna indietro nel peggiore dei modi”.
A conclusione della sua tesi, pubblica anche un messaggio di una sua fan che racconta di come i testi di Emis Killa l’abbiano aiutata a liberarsi da una relazione tossica.
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