Il countdown per l’inizio dell’Eurovision Song Contest 2024 è iniziato. I concorrenti rappresentati dei vari Paesi in gara sono stati definiti, ma la kermesse parte quest’anno da una bufera politica.
Potrebbe essere uno di quei rarissimi casi in cui la musica divide invece di unire. Perché di mezzo più che la musica c’è la politica; l’Eurovision Song Contest ha raggiunto negli ultimi anni un seguito mediatico che aveva perso nella prima parte degli anni Duemila, una ritrovata notorietà che aveva apportato beneficio soprattutto alla musica.
Quest’anno, l’edizione di Malmo in Svezia è però segnata da un inizio non del tutto tranquillissimo. Già nel 2023, la manifestazione era stata inevitabilmente condizionata dalla guerra in Ucraina, Paese che l’anno precedente aveva vinto la competizione e che, di conseguenza, avrebbe dovuto ospitare. Lo scenario però non era dei migliori, non solo il Paese non poteva garantire sicurezza, ma non poteva neanche permettersi di pensare al festival quando in testa c’era l’obiettivo dell’offensiva alla Russia.
Quest’anno niente scenari di guerra in casa, ma pur sempre di guerra si parla. Ovviamente il riferimento è a quanto sta succedendo nella Striscia di Gaza e in tutta la Palestina. Israele è uno dei Paesi partecipanti all’Eurovision e, come poteva essere anche facilmente immaginabile, ha presentato una canzone è dedicata agli attentati del 7 ottobre. Un testo, a quanto pare, troppo politico e di lì la decisione di cambiarlo.
Israele cambia il testo di Eden Golan, ma la partecipazione è a rischio
Il 15 di Febbraio è arrivato l’ok degli organizzatori della kermesse alla partecipazione di Israele all’Eurovision; una partecipazione fortemente osteggiata, soprattutto da personalità del mondo della musica e dello spettacolo, che chiedevano per Israele lo stesso trattamento riservato alla Russia dopo l’invasione Ucraina. Si chiedeva, e ancora si chiede, l’esclusione del Paese dalla manifestazione e dubbi a riguardo ancora si hanno, ma per il momento il Israele ci sarà.
La bufera però non si placa. Il processo decisione che porta alla scelta dell’artista e del brano presentato all’Eurovision cambia di Paese in Paese ed Israele ufficializzerà il proprio cantante solo il prossimo 10 marzo. In pole position c’è Eden Golan, giovane cantante che ha presentato un brano dal titolo October Rain (pioggia di Ottobre, ndr) che è un chiaro richiamo agli attentanti del 7 ottobre.
Il testo pare essere però troppo esplicito politicamente andando a cozzare con il regolamento della kermesse che vieta qualsiasi dichiarazione politica durante il festival. Per questo motivo sono in corso contatti con la tv pubblica israeliana Kan e l’EBU organizzatori dell’Eurovision per analizzare il testo e capire il da farsi. Intanto però è stato chiesto all’emittente di cambiare il testo -richiesta arrivata dal Presidente israeliano Isaac Herzog.
Due pesi due misure. Nel frattempo Angelina Mango..
Il vero problema a questo punto non riguarda il testo; si tratta di censura e a nessun artista dovrebbe essere vietata. Il problema a questo punto è alla base, nella partecipazione stessa di Israele all‘Eurovision. I
La Russia fu esclusa da quella, come da tutte le competizioni, per aver invaso l’Ucraina, perché Israele allora è ammesso con un’invasione in corso? Certamente il Paese è stato attaccato, ma la risposta è stata ed è sproporzionata. Ricordiamo che poco più di 100 giorni sono oltre 30mila le vittime palestinesi. Non è di certo la censura ad un brano che può ristabilire la credibilità di un Paese. Nessuna reazione al momento da parte di Angelina Mango